80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

#OstiaSiamoNoi, una straordinaria iniezione di energia civile

0 0

Uno sente dire talent, e pensa all’ennesima riedizione della sfida tra giovani aspiranti cantanti che dilaga in tv. E invece càpita che possa essere, a sorpresa, una straordinaria iniezione di energia civile, di partecipazione, di voglia di cambiamento, e persino una lezione ‘dal vivo’ sul valore del giornalismo.

Perché lo spettacolo è stato realizzato a Ostia, periferia marina di Roma, ed a volerlo è stata Federica Angeli insieme all’associazione antimafia “Noi”, nata sul litorale proprio sulla scia della battaglia condotta dalla cronista di ‘Repubblica’.

Il ‘talent della legalità’ è andato in scena al Teatro del Lido pochi giorni dopo la sentenza che, nell’aula bunker del Foro Italico, ha confermato che il clan Spada è un’organizzazione mafiosa, alla quale sono stati inflitti tre ergastoli e condanne per altre decine di anni di carcere. Ragazzi e (soprattutto) ragazze provenienti da tutta Italia – attori, danzatrici, cantanti – hanno fatto capire con la forza emozionante della loro arte che la parola “legalità” si è degni di pronunciarla solo se la si sa incarnare nei comportamenti quotidiani, solo se si sa scegliere con chiarezza – con la chiarezza senza sfumature degli adolescenti – di stare dalla parte giusta. Come quegli studenti di Ferrara che, ragionando in classe sul libro di Federica “A mano disarmata”, sono arrivati a inventarsi un videogioco sulle decisioni che uno studente è chiamato a prendere se si vede offrire droga all’uscita di scuola.

La Fnsi, che in questi anni è stata al fianco di Federica nelle aule di tribunale, ha voluto essere con lei anche ieri, quando gli occhi le brillavano per la felicità e la commozione, a premiare la giovanissima ballerina che ha “danzato” la voglia di libertà dal ricatto mafioso. E intorno c’erano centinaia di persone, gli abitanti di Ostia che grazie innanzitutto al coraggioso lavoro di Federica si sono ritrovati: si chiama “valore sociale del giornalismo”, che sembra una formula retorica e che invece in quel teatro si poteva toccare con mano. La dimostrazione che, anche ai tempi della Rete, ci sarà sempre bisogno di qualcuno/a che le notizie le vada a cercare, non chiuda gli occhi e non chiuda le persiane se sotto casa vede un agguato mafioso e abbia, nel raccontare le azioni dei criminali, una determinazione più forte di una sacrosanta paura.

C’è cronaca e cronaca, veniva da pensare guardando Federica contesa dai giovani che volevano farsi un selfie con lei, e che la considerano giustamente un modello. C’è la cronaca morbosa, da guardoni, che scava senza pudore – anche in troppe ore di palinsesti televisivi – dentro drammi privati che meriterebbero solo un rispettoso silenzio. E c’è invece la cronaca che ti fa aprire gli occhi sul quartiere in cui vivi, ti racconta che il forno in cui vai a comprare la pizza è un negozio in mano alla mafia, ti aiuta a reagire e a diventare un cittadino. Un racconto dirompente che muove le indagini e più ancora smuove le coscienze. Un racconto che fa rinascere una comunità civile.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.