«È innanzi tutto un grande riconoscimento del lavoro giornalistico. La nostra categoria è sempre nel mirino, criticata, però su Ostia ha tenuto la barra dritta ed è riuscita a tenere acceso un tale riflettore mediatico che alla fine la procura è arrivata dopo ma ci ha dato ragione». Così la cronista di Repubblica Federica Angeli, nota per le sue inchieste sulla mafia di Ostia per le quali è sotto scorta dal 2013, commenta all’Adnkronos la sentenza del maxiprocesso al clan Spada.
«Da madre – aggiunge la Angeli che ad Ostia vive con la sua famiglia – sono contenta perché uno dei boss a cui hanno dato l’ergastolo, Carmine, è quello che ha fatto il segno della croce a mio figlio. Vedere che è stato riconosciuto come boss mafioso quando sei anni fa lo dicevo e mi dicevano vabbè, lascia stare… Ora, da madre, saperlo in carcere mi fa tirare un sospiro di sollievo».
«La sindaca Raggi in Aula mi ha detto ‘è tutto merito tuo, ora non sei più sola, goditi questa giornata’ e mi ha abbracciato forte – racconta ancora la giornalista romana –. Lei, di persona, mi ha detto queste parole davanti a tutti…». Quanto al suo partito, che ora esulta, «alla fine le persone non sono stupide – aggiunge Federica Angeli – sanno chi ci ha investito, chi veramente si è messo in gioco e questo certamente non è il Movimento cinque stelle, almeno non quello di Ostia. Sinceramente, però, si tenessero la vittoria… Oggi non è la giornata per fare polemiche». (AdnKronos)