L’emergenza democratica non è finita con il nuovo Governo. La Lega è sempre più un partito meta-fascista, cioè con elementi autoritari aggiornati nella forma rispetto a quelli quelli del fascismo, ma non nella sostanza. Come mostrano gli stessi contenuti nazionalisti e razzisti, l’antisemitismo, i modi violenti riservati a chiunque si opponga al verbo del capo, divenuto indiscutibile. Tutte caratteristiche che si esaltano nei raduni, quando le inconfessabili pulsioni di rancore personale si saldano in un urlo liberatorio di odio collettivo, ostentato contro chiunque si frapponga tra il capo e i suoi “pieni poteri”.
PD e 5 Stelle hanno capito la posta in palio e formato un Governo. Tutto da consolidare, ma che almeno offre una possibilità di riflessione al Paese: vogliamo continuare a negare il salvinismo o si reagisce? In Umbria si va in ordine sparso o si fa qualcosa per non regalarla ai meta-fascisti? Mentre si cercano nuovi modelli di convergenze “civiche” nella Regione, appare nel PD lo spettro della scissione. Renzi ha alzato il suo aculeo e si prepara a conficcarlo nella schiena del PD, che pure ha contribuito a traghettare verso i 5 Stelle. E’ inutile tentare di dissuaderlo: è nella sua natura.
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