Domattina a Roma, a piazzale Clodio, si svolgerà la nuova udienza sulla richiesta di archiviazione, avanzata dalla procura di Roma, delle indagini sull’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin.
L’iniziativa, promossa dalla Federazione nazionale della stampa italiana, ha ricevuto l’adesione e il sostegno di numerose organizzazioni della società civile e per la libertà di stampa.
La campagna per non archiviare le indagini vuole portare all’attenzione del Gip tutti i punti ancora oscuri dell’inchiesta sul duplice omicidio avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994, riguardo alle fonti dei servizi segreti fino ad oggi taciute, alle presenze ed alle attività del contingente italiano in Somalia, al coinvolgimento dei potentati locali nell’agguato e ai traffici illegali che hanno fatto da sfondo costante a quella tragedia.
“Lo dobbiamo a chi ha sofferto direttamente, nella più intima dimensione personale, il dramma che si è consumato quel giorno; all’intera comunità dei giornalisti italiani che è stata sconvolta da quella barbarie; ma anche a chi, nel corso degli anni, ha patito sulla propria pelle gli effetti ‘collaterali’ di un depistaggio che si protrae sino ai giorni nostri”.
Sono le parole dell’avvocato Giulio Vasaturo, che nel procedimento Alpi-Hrovatin ha curato la costituzione della Federazione nazionale della stampa italiana quale “parte offesa”, insieme al sindacato dei giornalisti Rai e all’Ordine dei giornalisti.
Oggi, presso la sede della Fondazione per gli studi sul giornalismo Paolo Murialdi, Federazione nazionale della stampa italiana, Fondazione Murialdi e Comitato dei garanti dell’archivio “Ilaria Alpi” hanno sottoscritto il protocollo per la conservazione e valorizzazione dell’archivio.
Non archiviare e non dimenticare: un impegno doveroso, soprattutto nei confronti dei genitori di Ilaria Alpi, deceduti dopo oltre due decenni di diniego di giustizia.