«Aspettiamo di vedere gli atti prima di esprimere un giudizio, ma ora sembrano esserci le giuste condizioni per stabilire un dialogo», gli fa eco il presidente Giuseppe Giulietti. «Tolte dal tavolo – aggiunge – le minacce di chiudere redazioni, commissariare l’Inpgi, abolire l’Ordine si può avviare il confronto. Inoltre, il sottosegretario ci ha chiesto di Sandro Ruotolo e degli altri cronisti minacciati ed ha annunciato che prenderà contatti con i ministeri competenti per affrontare le questioni delle minacce e delle querele bavaglio».
In un documento consegnato a Martella dal segretario Lorusso, il sindacato dei giornalisti è tornato a chiedere, fra le altre cose, una moratoria al taglio del fondo per il pluralismo, ha riproposto la questione di Radio Radicale e, più in generale, del sostegno alle voci delle differenze «che, se venissero a mancare le risorse, sarebbero costrette a chiudere con un duplice colpo: al pluralismo in questo Paese e all’occupazione in questo settore», rileva Lorusso.
Poi la necessità di misure efficaci per contrastare il precariato nel settore dell’informazione: «Non è più possibile che si cancelli lavoro dipendente per sostituirlo con contratti precari, cococo o partire Iva. È una questione di dignità del lavoro e dei lavoratori, ma anche una questione di qualità dell’informazione, necessaria per la tenuta delle istituzioni democratiche. Per garantirla i giornalisti devono essere adeguatamente retribuiti. Il ricambio generazionale chiesto dagli editori deve significare ricambio, non distruzione del lavoro dipendente. Porteremo questa battaglia in ogni sede», incalza il segretario Fnsi.
Quindi i temi della tenuta del sistema della previdenza e dell’Inpgi, «abbiamo chiesto di anticipare l’allargamento della platea degli iscritti ai comunicatori», e del contrasto alle querele bavaglio, «una norma di civiltà che ci metterebbe in linea con quanto ribadito più volte dalla Corte europea dei diritti umani».
Mentre una battaglia comune con gli editori è il recepimento in Italia della direttiva europea sul copyright: «Il furto quotidiano di contenuti di informazione realizzati con un investimento da parte delle imprese ed il lavoro dei giornalisti crea problema di mancati introiti per chi tiene in piedi le aziende. Come già fatto a Venezia con il presidente dell’Europarlamento Sassoli, chiediamo che la direttiva venga recepita per ribadire che il lavoro va sempre retribuito. Gli Over the top che traggono profitto dal lavoro altrui – è la posizione del sindacato – devono pagare le tasse in Italia e riconoscere dei diritti a chi produce i contenuti».
Concludono Lorusso e Giulietti: «Si è registrata una ampia disponibilità al dialogo e al confronto, ma anche a iniziare una tempestiva interlocuzione fra governo e parti sociali. Il clima è cambiato, come testimonia anche la disponibilità colta nel breve incontro con il premier Conte di qualche giorno fa».