Un’alleanza per il buon giornalismo. Questo l’appello che Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, lancia da Asolo, nell’ambito del Festival del Viaggiatore, intervistato dal collega della Tribuna di Treviso, Daniele Ferrazza, che tra l’altro è stato sindaco della città dai cento orizzonti.
“La difesa dell’articolo 21, sulla libertà di espressione, è un patrimonio di tutti i cittadini e non solo dei giornalisti. Occorre quindi che tutti facciamo la nostra parte, perché la libera informazione, citando Calamandrei, è come l’aria, capisci che è vitale solo quando comincia a mancarti, ma allora è già troppo tardi sei già vittima dell’asfissia”.
Ognuno in prima persona sottolinea Giulietti, sollecitato da Ferrazza, deve fare la sua parte nello scegliere il pensiero critico rispetto a quello omologante, il ragionamento alla battuta, l’approfondimento al tweet.
“Quello che è sotto attacco non è il mala giornalismo ma il giornalismo critico, quello che non urla, che non offende, quello che è consapevole che le parole sono come pietre e che possono essere lanciate per abbattere, ma anche usate per costruire nella logica dell’inclusione”.
Serve fare rete dunque con tutte le realtà sociali sane, associazioni, scuole, istituzioni, imprese: con un’unica condizione di base, ammonisce Giulietti, riconoscersi nella Costituzione italiana.
E al riguardo Giulietti approfitta per annunciare l’iniziativa della Fnsi e del Sindacato giornalisti Veneto che giovedì 3 ottobre firmeranno con il rettore dell’Università di Padova il primo protocollo nazionale per la promozione e la sperimentazione di azioni integrate e coordinate in materia di inclusione sul quale innestare corsi di alta formazione e un laboratorio di analisi e ricerca sulle fake news in una logica interdisciplinare e multidisciplinare.
“Iniziative di questo genere sono fondamentali – afferma il presidente della Fnsi – così come la Fondazione Megalizzi, intitolata al cronista radiofonico trentino morto a Strasburgo il 14 dicembre del 2018, a seguito di un attentato terroristico, cui il Sindacato giornalisti Trentino Alto Adige ha fornito il supporto decisivo. La memoria autentica non è la posa di una targa, bensì l’impegno per fare vivere e sopravvivere le idee e i sogni, quelli di Antonio erano di un’Europa unita e inclusiva”.
Pubblico attento e numeroso quello che ha scelto l’appuntamento di mezzogiorno nella splendida Villa Contarini o degli Armeni, ora di proprietà della famiglia Beggio, per la prima volta eccezionalmente aperta al pubblico, proprio in occasione della manifestazione culturale, curata da Emanuela Cananzi, giunta alla quinta edizione.