Sembra un percorso di guerra: il calendario dei processi in cui i giornalisti sono parte offesa per le aggressioni subite nello svolgimento del loro lavoro è impressionante. Cinque appuntamenti in un solo mese. La presenza della Federazione della Stampa quale parte civile, rappresentata dall’avvocato Giulio Vasaturo, indica con precisione la misura delle minacce alla libertà di stampa. Dalla prossima settimana tante singole storie, simili per dinamica e conseguenze, compongono il quadro allarmante in cui i giornalisti italiani sono costretti a lavorare sul campo, al netto di tanti luoghi comuni che si sono sentiti anche negli ultimi mesi. Minacciati, aggrediti, picchiati, diffamati, persino vittime di una ingiustizia profonda dovuta ai ritardi nella ricostruzione di verità giudiziarie, come nel caso Alpi. La Fnsi è parte civile in questi processi, ammessa secondo una interpretazione ormai costante, perché rappresenta l’interesse dell’informazione nel suo complesso nonché il principio per cui è necessario mantenere la libertà di stampa per assicurare l’esistenza di una democrazia.
Si comincia lunedì 16 settembre con il procedimento, giunto all’ultimo grado di giudizio ossia in Cassazione, a carico di Roberto Spada, per lesioni aggravate dal metodo mafioso, nei confronti del giornalista Daniele Piervincenzi e del suo operatore Edoardo Anselmi. Il fatto contestato è la “famosa” aggressione con violenta testata dinanzi una palestra di Ostia. La Fnsi è costituita parte civile in questo processo, unitamente all’Ordine dei Giornalisti, oltre ovviamente allo stesso Piervincenzi e ad alcune associazioni antimafia, fra cui Libera.
Il giorno dopo, 17 settembre, si replica in Tribunale a Latina dove inizierà il processo a carico di Gianluca Tuma per tentata violenza privata nei confronti del caposervizio della redazione di Latina de “Il Messaggero”, Vittorio Buongiorno che è parte civile insieme alla Fnsi e all’Associazione Stampa Romana. E’ previsto un presidio di giornalisti davanti all’ingresso del Tribunale.
Appuntamento importantissimo tre giorni dopo, il 20 settembre, nell’aula V del Tribunale di Roma dove il gip Farelli tiene l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento penale per l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto in Somalia a marzo del 1994. La Federazione nazionale della Stampa, insieme all’Ordine dei Giornalisti e all’Usigrai si sono costituiti quali “persona offesa”. Un delegato di ciascun organismo di rappresentanza potrà presenziare alla camera di consiglio ed è previsto un presidio all’esterno della cittadella giudiziaria, in piazzale Clodio (dalle 9 alle 12), dei tanti giornalisti e rappresentanti delle associazioni che hanno promosso la campagna #noinonarchiviamo. L’obiettivo è quello di insistere nella richiesta di ulteriori indagini sull’agguato e su una serie di aspetti mai approfonditi che sono stati dettagliatamente indicati dalle parti offese.
Ancora in un’altra aula giudiziaria il primo ottobre, questa volta in Corte d’Appello a Roma per il processo nei confronti di Ruben Alvez, imputato, unitamente a Roberto Spada, per le lesioni con aggravante mafiosa a danno di Daniele Piervincenzi ed Edoardo Anselmi, sempre per i fatti di Ostia e anche in questo procedimento Fnsi e Cnog sono parte civile. Come si sa, per una questione procedurale le posizioni dei due imputati sono state stralciate, per cui il processo a carico del coimputato Alvez si trova, ancora, in fase di Appello mentre Spada è in Cassazione.
Il 22 ottobre, invece, davanti al Tribunale di Crotone riprende il processo per un’altra aggressione in danno di giornalisti. Sono fissate le testimonianze della giornalista Rai Angela Caponnetto e degli operatori di ripresa di Rainews24, nel processo a carico di due soggetti contigui al clan mafioso Arena di Isola Capo Rizzuto, i quali hanno pesantemente minacciato la troupe giornalistica in occasione di un servizio sulle cosche locali di ‘ndrangheta. Agli imputati sono contestati i reati di violenza privata con aggravante mafiosa e Usigrai con Fnsi sono parte civile. Quest’ultima è un’udienza particolarmente delicata perché le testimonianze dei giornalisti avverranno davanti agli imputati.