I ragazzi del Friday for Future sono lo splendido antifurto scattato in tutto il mondo contro i ladri della Terra. Hanno capito che i soldi inquinano i pensieri, l’individualismo restringe l’orizzonte, l’abitudine calcifica le scelte. Ma c’è il prezzo da pagare per ridurre l’impatto ecologico: più scomodità, meno proprietà, più sobrietà.
Saremo in grado di fare questa conversione a U, dopo anni di cultura fondata sulla praticità dell’ usa-e-getta, l’accumulo ridondante, il consumo di rappresentanza? Se vogliamo che ci sia posto per i bisogni essenziali di tutti, dobbiamo limitare i desideri estensivi di pochi. E’ questa la posta della contesa tra gli abitanti futuri giovani come Greta e noi morituri che abbiamo eroso il pianeta.
Ce la possiamo fare. Insieme, giovani e vecchi. Ma per uscire dall’obesità dell’avere, dobbiamo riscoprire l’agilità dell’essere. Ovvero meno abbuffate solitarie di oggetti, più conoscenza e vita condivisa. Dovrà essere ammirato non chi possiede attici e suv, ma chi saprà dire agli altri le cose nuove che ha capito.
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