“Se mi chiedono se c’è qualcosa che mi commuove ancora, rispondo sì ed è ascoltare Bella Ciao!”. Così Sergio Lepri, decano dei giornalisti italiani e storico direttore dell’Ansa, ha commentato la cerimonia che si è tenuta questa mattina, mercoledì 18 settembre, in Palazzo Vecchio per festeggiare i suoi 100 anni. Lepri compirà 100 anni il 24 settembre prossimo.
Sergio Lepri nato a Firenze nel 1919 si è laureato in filosofia nel 1940 con una tesi sull’estetica di Benedetto Croce. Nel settembre 1960 è assunto dall’ANSA di cui diventa direttore responsabile nel gennaio 1962. Ha lasciato l’agenzia il 15 gennaio 1990 dopo trent’anni di lavoro segnato dal rigore, onestà, e semplicità di linguaggio.
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Ho avuto il privilegio di aver vissuto i tempi gloriosi della Resistenza, che per una parte della mia generazione fu un periodo formativo“, ha affermato Lepri che ha rievocato l’emozione suscitata in lui durante il periodo bellico “
quando alla radio, a volume basso per non farsi sentire da qualcuno in giro, ascoltavo trasmettere dalla Francia la Marsigliese e mi commuovevo“, così come oggi lo emoziona ascoltare “Bella Ciao”.
Come riportato dall’agensia ANSA, nel suo intervento, Sergio Lepri si è soffermato quindi sull’esperienza alla ‘Nazione del popolo’ di Firenze, quotidiano del Comitato di liberazione nazionale che poi sarebbe diventato il ‘Giornale del Mattino’, e ha ricordato Ettore Bernabei, che ne fu direttore, e una giovanissima Oriana Fallaci, allora aspirante giornalista.
Lepri ha anche aggiunto che “Il passato è passato, il nostro compito è fare il possibile per inventare il futuro“, facendo del buon giornalismo.
Alla cerimonia in Palazzo Vecchio erano presenti, tra gli altri, il direttore dell’Ansa Luigi Contu e il presidente Giulio Anselmi, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana Carlo Bartoli, la responsabile della sede dell’Ansa Toscana Paola Catani, Giuseppe Giulietti presidente della Fnsi, Paola Spadari presidente dell’Odg del Lazio, oltre a numerosi giornalisti che con Lepri hanno lavorato durante la sua attività.
“Sergio Lepri è stato il testimone di un secolo di vita del nostro Paese – ha dichiarato il presidente di Odg Toscana,
Carlo Bartoli – un secolo contraddistinto da grandi tragedie e tragici errori ma anche da pagine di eroismo e di passione. E’ soprattutto un grande maestro di giornalismo e di stile, la dimostrazione che è impossibile distinguere l’uomo dal professionista, l’impegno civico da quello professionale”.
Durante la cerimonia, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha consegnato a Lepri una spilla con il giglio di Firenze, invitandolo come relatore alle celebrazioni del prossimo 25 aprile. Inoltre, Nardella ha lanciato un appello al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per realizzare un’iniziativa a Firenze dedicata a “un nuovo umanesimo” e all’idea di un’informazione rigorosa e corretta.
“L’Ordine dei giornalisti della Toscana raccoglie e rilancia la proposta del sindaco Nardella di organizzare a Firenze un convegno sul nuovo umanesimo – ha concluso Bartoli –
per rimettere al centro del dibattito un progetto di società basato sui valori da cui è nata la nostra Repubblica”.
“L’informazione deve essere libera, indipendente, mai deve essere settaria ed è questo l’insegnamento di Sergio Lepri, che purtroppo in parte si è perduto“, così ha commentato Giulio Anselmi, presidente dell’ANSA. Il direttore, Luigi Contu, onvece, ha aggiounto che “la politica oggi non è consapevole della centralità dell’informazione ma l’informazione è fondamentale, ed è fondamentale che le notizie siano prodotte da gente che ha quel codice che Sergio Lepri ci ha fatto adottare”, un codice fatto di “indipendenza” e di “onestà intellettuale“.
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