Dieci anni fa ci lasciava Teresa Sarti. Descrivere Teresa a chi non l’ha conosciuta è impresa molto ardua. Era tante cose, ma soprattutto era donna di pace. La più grande. E proprio ‘Salam’, pace in arabo, è il nome che Teresa, insieme a Gino Strada, suo marito e cofondatore di Emergency, ha voluto per il centro di cardiochirurgia inaugurato nel maggio del 2007 in Sudan.
Ho incontrato entrambi più volte, ho sempre avuto grande rispetto e affetto per questa coppia caparbia e visionaria che ha portato la sanità di eccellenza nei luoghi più remoti dell’Africa come in Afghanistan e in altri 16 paesi curando dal 1994 a oggi 10 milioni di persone. Senza discriminazioni.
Per Teresa, pero, provavo qualcosa di più profondo. Un’ammirazione che andava oltre la considerazione per il suo impegno umanitario. Era impossibile non volerle bene, provare empatia immediata per lei, con i suoi grandi occhi chiari e sorridenti e la sua ribelle chioma di capelli rossi.
Ma ciò che più colpiva di Teresa era la semplicità che impersonificava, quella semplicità con cui ti spiegava che “la guerra è scandalo, e dunque intollerabile. E che ogni vittima ci riguarda, tutti, sempre”.
Uno dei progetti che più aveva amato la presidente di Emergency mirava a sensibilizzare sul conflitto in Afghanistan e sulle conseguenze della guerra sui civili: “Uno straccio di pace” che, diceva Teresa, “ad averlo in tanti non potrebbero dire che l’Italia intera abbia scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti”.
Era una grande combattente della vita Teresa: quella degli altri innanzitutto, e poi la sua.
E forse l’unico ‘rimprovero’ che sento di rivolgerle è proprio questo… aver pensato poco a se stessa.
E nessuno più di Gino, con le parole per elaborare la sua perdita, ci ha raccontato di lei…
“Ciao Tere, sono arrabbiato con te. Molto, troppo. Me lo avevi detto che saresti partita, ma ho sempre sperato che tu cambiassi idea, che avresti cancellato questo viaggio. Invece te ne sei andata, sorridente.
Sono arrabbiato con te perché mi hai tolto la possibilità di restituirti almeno qualche frammento di quell’amore silenzioso e grande che mi hai regalato per quarant’anni. Non ho mai pensato di poter pareggiare il conto, ma vorrei darti un po’ di amore oggi, e anche domani, e dopo.
«Eh caro mio, lacrime di coccodrillo, avresti dovuto pensarci prima…».
Sento che me lo stai dicendo ancora. Hai ragione tu, come sempre.
E sono arrabbiato con te perché questa volta mi hai fregato davvero. Tu per quindici anni hai cresciuto come una madre quella straordinaria associazione che è Emergency.
«Non dire stupidaggini – mi risponderesti ora – Emergency esiste perché tantissime persone non si girano dall’altra parte di fronte a chi soffre».
Tu non lo hai mai fatto, neanche una volta nella vita.
Mi hai fregato perché l’unico modo che mi resta per continuare a restituirti amore è di lavorare di più e meglio per la tua Emergency.
«Sono stufa delle tue promesse da marinaio… ».
Ti prego, Tere, apri gli occhi ancora un secondo, guarda quanto amore ti sta intorno.
«Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino – dicevi sempre – ci croveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene».
Tu lo hai fatto, tesoro. La tua Emergency salverà ancora più vite. Pensa a quanti sorrisi farai nascere, a quante speranze, a quanta vita… Adesso riposa, il tuo marinaio-coccodrillo ti accarezza la mano, e non te la lascia fino a quando il tuo sonno sarà profondo come il mio vuoto”.
Per ricordare Teresa, oggi, 1 settembre alle ore 21.00 Casa Emergency apre le porte per un concerto. A dieci anni dalla scomparsa di Teresa, Fiorella Mannoia e Paola Turci, artiste legate a Emergency e alla sua fondatrice, le dedicheranno un evento musicale , gratuito e aperto a tutti, dal titolo “Cara Tere – Voci e musica per ricordare Teresa Sarti Strada”. Il concerto sarà presentato da Massimo Cirri, giornalista di Rai Radio due, storico presentatore di Caterpillar e amico di Emergency. “Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene”, diceva Teresa.
Un invito a non voltare lo sguardo di fronte ai bisogni degli altri esseri umani e a impegnarsi per costruire un mondo più giusto.
Manchi Teresa, immensamente.