Riprende oggi il processo nei confronti di Erick Kabendera, il giornalista investigativo tanzaniano arrestato il 5 agosto. Kabendera deve rispondere dei reati di evasione fiscale per l’equivalente di 63.000 euro, riciclaggio e direzione di un gruppo criminale. Un quarto capo d’accusa, per il reato di sedizione, è stato ritirato. L’imputato è detenuto nella prigione di massima sicurezza di Segerea, nella capitale Dar es Salaam. Dopo l’arresto, a sua moglie è stato confiscato il passaporto.
Chi conosce Kabendera giura che le accuse non stanno in piedi: si tratta di un giornalista noto e stimato, che ha collaborato tra gli altri anche col Guardian. Le sue inchieste hanno fatto luce sulle lotte di potere all’interno delle istituzioni tanzaniane, compreso un complotto per impedire la rielezione del presidente John Magufuli, attualmente in carica e promotore, dal 2015, di politiche di segno repressivo.
Amnesty International ha apertamente parlato di “parodia della giustizia” e di accuse fabbricate per motivi politici e ha chiesto l’annullamento delle accuse e la scarcerazione di Kabendera.
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