Il recepimento e l’applicazione della direttiva europea sul diritto d’autore è urgente e imprescindibile anche in Italia perché attiene la tutela del lavoro, dei diritti e delle libertà. Non si tratta di mettere in discussione la libertà di accesso alla rete, ma di affermare il principio che chi utilizza il lavoro altrui, ricavandone profitti ingenti, deve essere obbligato a remunerarlo. Il lavoro giornalistico, come molte altre opere dell’ingegno, viene quotidianamente saccheggiato dai giganti della rete, che ricavano profitti sia con la raccolta pubblicitaria sia con il traffico dei dati, senza peraltro pagare le tasse in Italia. Un meccanismo infernale che sta mettendo in ginocchio le aziende editoriali, con riflessi fortemente negativi sul mercato del lavoro.
Finora il governo italiano, fra i più accesi oppositori della direttiva europea sul copyright, ha ignorato il problema. Non poteva essere diversamente, considerato il pregiudizio ideologico nei confronti dell’informazione e di tutti i corpi intermedi della società. Il tema è rimasto fuori dai cosiddetti Stati generali dell’editoria, convocati dal governo uscente, dove invece ha prevalso un’impostazione diretta a indebolire l’informazione professionale con tagli al fondo del pluralismo dell’informazione, colpire il lavoro regolare e moltiplicare i bavagli per i giornalisti, nel tentativo di abolire le domande e di cancellare il pensiero critico.
La FNSI chiede al nuovo governo, se nascerà, forte discontinuità. A cominciare dalla cancellazione dei tagli e dai bavagli. Al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che ringraziamo per aver voluto fare insieme con la Fnsi la sua prima uscita pubblica sui temi dell’informazione, chiediamo di far sì che le istituzioni europee vigilino sul recepimento e sulla corretta applicazione della direttiva europea sul copyright e promuovano iniziative per richiamare gli Stati membri sul valore essenziale che riveste l’informazione per la tenuta delle istituzioni democratiche.