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Richiamare attenzione su pluralismo editoriale e libertà di informazione

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Non sappiamo ancora se e quando sarà formato un nuovo governo, ma confidiamo nella saggezza e nell’equilibrio umano ed istituzionale del presidente Mattarella.

Qualora un nuovo esecutivo dovesse prendere corpo sarà bene che, tra le altre cose, non dimentichi di voltar pagina in materia di libertà di informazione e di assetto del sistema della comunicazione. Il governo Conte, come i precedenti, ha lasciato nel cassetto tutti gli impegni annunciati in materia di conflitto di interessi, di normative antitrust, di riforma della Rai, per citare solo alcuni titoli. In compenso il sottosegretario con delega all’editoria, Vito Crimi, ha pensato bene di tagliare il fondo per l’editoria e di colpire alle spalle centinaia di piccole aziende.

Si tratta di cooperative come Avvenire, il Foglio, il Manifesto, dei giornali delle minoranze religiose, territoriali, linguistiche. Il provvedimento investe l’intero settore della stampa diocesana e lascerà intere zone del paese senza neppure una voce capace di raccontare e di dare voce alle periferie.

Per la prima volta i tagli hanno preceduto qualsiasi ipotesi riforma, rinviata a “Stati Generali” che ,dopo la crisi di governo, saranno rinviato a data da destinarsi, forse quando i giornali “Tagliati” non ci saranno più e centinaia di persone avranno perso il posto di lavoro. Ci auguriamo che l’eventuale nuovo governo voglia bloccare le macchine e azzerare le decisioni già assunte, levando dal tavolo quei tagli che si stanno già trasformando in bavagli, zittendo le voci delle differenze e delle diversità.

Del resto basterebbe rileggere le parole e gli appelli lanciati proprio dal presidente Mattarella che , in almeno dieci occasioni, ha sentito il bisogno di richiamare l’attenzione sul pluralismo editoriale, sulla libertà di informazione e sui valori racchiusi nell’articolo 21della Costituzione, da Lui definito un presidio per l’ordinamento democratico.

Sono queste le ragioni che hanno spinto l’associazione Articolo 21, da sempre vicina alla rivista San Francesco, a lanciare un appello, rivolto a tutte le forze politiche, affinché il tema non sia dimenticato o addirittura rimosso dalla discussione e dal programma.

Sarà il caso che la risposta, sotto forma di provvedimenti urgenti, arrivi prima che sia troppo tardi.

L’appello di Articolo 21: stop a tagli e bavagli
Articolo 21, con primo firmatario Vincenzo Vita e a seguire i componenti dell’ufficio di presidenza dell’associazione, ha lanciato un appello per porre all’attenzione del dibattito politico la questione del pluralismo e della libertà dell’informazione, sotto attacco del governo Conte.

Questo il testo:
“Capiremo nelle prossime ore qualcosa di più della crisi di governo. Siamo ad un passaggio delicatissimo della vicenda italiana, ridotta ormai ad un territorio di violenze, di insulti, di rischi autoritari e razzisti. La vita umana, la salvezza dei migranti sembrano persino aspetti secondari rispetto alle pure logiche di un potere gonfiato dalla bolla dei social. “Articolo21″ pone un punto discriminante nella discussione sulla formazione del nuovo esecutivo: l’eliminazione dei tagli e dei bavagli nella e sull’informazione. Si riveda la legge di bilancio ripristinando pienamente il fondo per l’editoria e il pluralismo, si elimini il ricorso crescente alle querele temerarie, si abroghi la vecchia e assurda legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo, si riformi finalmente la Rai, si costringa gli oligarchi della rete a rendere trasparenti gli algoritmi utilizzati. Si immagini una transizione senza morti e feriti all’era digitale”.


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