Più della cannabis, può il Conte-bis.
L’avvocato del popolo che prima lo assaggi tanto per fare una prova, ma poi ne vuoi ogni governo di più.
“Smetto quando voglio” diceva Di Maio. “Io me lo fumo, solo per rilassarmi” rispondeva Salvini. E mentre se lo passavano a Palazzo Chigi, i due perdevano lucidità. Le loro menti si affollavano di visioni. Di Maio sentiva di poter volare come Peter Pan oltre il 30 per cento. Salvini si vedeva trionfante sulla sua ruspa a estirpare vasti campi di Zingaretti.
Adesso i due poveretti stanno cercando di disintossicarsi grazie a periodici incontri di autoanalisi nel centro d’accoglienza “Casa Quirinale”, gestito da un noto specialista nella consultazione terapeutica di gruppo, con appositi lettini tutti orientati verso una gigantografia di Orlando, che induce al benefico sonno liberatorio.
Politici esperti o alle prime armi, ora lo sapete: a differenza della cannabis, il Conte-bis non è una droga leggera: il triste tramonto di due uomini dati per vincenti vi sia d’insegnamento!
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21