Il gesto di Papa Francesco che oggi all’angelus dell’ Assunta ha benedetto i rosari destinati ai fedeli delle comunità cattoliche della Siria, va oltre le intenzioni annunciate. “Vi chiedo di accompagnare con la preghiera questo gesto – ha detto il Pontefice – benedirò un gran numero di Rosari destinati ai fratelli della Siria. Per iniziativa dell’Associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” sono state realizzate circa seimila corone del Rosario; li hanno fatti le Suore carmelitane, a Betlemme. Oggi, in questa grande festa di Maria, io le benedico, e poi saranno distribuite alle comunità cattoliche in Siria come segno della mia vicinanza, specialmente per le famiglie che hanno perso qualcuno a causa della guerra. La preghiera fatta con fede è potente! Continuiamo a pregare il Rosario per la pace in Medio Oriente e nel mondo intero”. Con questa iniziativa Francesco, nel mostrare la coroncina ai fedeli riuniti in piazza San Pietro, ha voluto anche ribadire come il Rosario sia uno strumento di preghiera, preghiera, in questo caso per la pace tra i popoli. Quindi non uno strumento politico che spesso vediamo brandire nei comizi dall’”ateo” Ministro dell’Interno come una specie di “captatio” verso il mondo cattolico. Cattolici che invece hanno nel vangelo, come più volte ha sottolineato il Papa, l’unica guida. Il Rosario come simbolo di unione e non di divisione, lontano da qualsiasi tentativo di personalizzare la religione.