Il Garante nazionale scrive al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al fine di sollecitare una soluzione per la vicenda della nave “Mare Jonio” ancora bloccata in mare in balia delle condizioni meteo senza alcuna prospettiva di sbarco, non avendo ottenuto dalle Autorità italiane, tempestivamente interpellate, indicazione alcuna rispetto a un possibile luogo sicuro di approdo. Dal 28 agosto, infatti, le 98 persone soccorse nel Mediterraneo centrale, si sono trovate sotto la completa e diretta responsabilità dell’Italia, Stato di bandiera del vascello, e, quindi, sotto la giurisdizione del nostro Paese, titolare in via esclusiva della vicenda. Una situazione che non può e non deve ulteriormente protrarsi. Compito del Garante nazionale – scrive Mauro Palma – è invocare la tutela dei diritti delle persone tratte in salvo, di fatto impedite nella loro libertà di movimento, anche perché la violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della Convenzione di Ginevra del 1951 potrebbe comportare in sede internazionale conseguenti profili di responsabilità a carico del nostro Paese. Al di là delle considerazioni tecnico giuridiche, il Garante esprime sgomento nel vedere le immagini dello sbarco di bambini in tenera età avvenuto nella notte, ribadendo che mai la libertà delle persone può divenire strumento di pressione politica e riaffermando il valore della centralità della persona. Nella lettera inviata al Presidente del Consiglio il Garante Nazionale, pur considerando la problematicità del momento politico che vede le Istituzioni impegnate in delicate consultazioni per la formazione del nuovo Governo, sottolinea che, proprio in tale fase, sarebbe importante ritrovare intese non solo dirette a garantire la governabilità del Paese, ma anche una rinnovata convergenza su principi e valori che la nostra Carta costituzionale tutela come fondamentali e che lo stesso Presidente del Consiglio, nel ricevere l’incarico di formare il nuovo esecutivo, ha invocato.