Finalmente Domenico Lucano ha potuto riabbracciare il padre Roberto. Ma non nel comune di Riace, che lo ha visto sindaco per tanti anni, dove non può mettere piede a causa di un provvedimento del Tribunale, bensì a Catanzaro, presso la struttura ospedaliera che assiste da ieri l’anziano genitore. Nei giorni scorsi erano state migliaia le firme raccolte su change.org, dopo la petizione lanciata dal “Comitato 11 Giugno”cui aveva aderito anche l’associazione Articolo21, per sensibilizzare le autorità giudiziarie affinché fosse concesso all’ex sindaco di poter assistere da vicino il padre malato. Ora finalmente si sono ritrovati, ma l’amarezza per Lucano resta. “Ringrazio tutti coloro che si sono interessati alla mia vicenda – ha dichiarato all’ agenzia AdnKronos – mio padre aspetta sempre qualche notizia, in quest’ultimo anno ha voluto puntualmente sapere ogni cosa dei fatti che mi riguardano. Non chiedo nulla, non cerco pietà che influenzi il giudizio, voglio solo giustizia. Vorrei che la revoca del provvedimento di divieto di dimora a Riace sia il risultato di un’attenta valutazione che mi riconosca giustizia”.
Mimmo o “Kurdo” resta convinto che la sua azione, durante il mandato da sindaco, definita “sistema Riace”, sia una risposta ai problemi migratori. “Perché la solidarietà – ha dichiarato durante una manifestazione ad Avellino organizzata da Vinicio Capossela – è una risposta positiva a cattiveria, odio, discriminazione, diseguaglianza, testimonianza del fatto che una soluzione umana è possibile per una convivenza pacifica”.
Ed a proposito della crisi politica, spera si possano dimenticare le ultime azioni dell’esecutivo ed in particolare del Ministro dell’Interno. “E’ un anno da dimenticare – afferma durante un’intervista all’Ansa – credo non ci siano precedenti nella storia repubblicana di un ministro che ha agito con tanto disprezzo e accanimento verso la sofferenza umana. Come nel caso della Open Arms, della Diciotti ed altre situazioni in cui sono state sequestrate navi con donne e bambini in fuga da drammi umani”. Se da questa crisi nascerà un nuovo governo per Mimmo Lucano dovrà porre fine “a questa deriva di disumanità, di odio, di discriminazione”. “Questo aggredire la Costituzione italiana – ha continuato l’ex sindaco – che per me è stata sempre un punto di riferimento deve finire. Dire “prima gli italiani” genera i presupposti per un arretramento della civiltà e mina alla base il concetto d’uguaglianza. Non è dignitoso. Io non posso venire prima di nessuno”.
E sull’abuso dei simboli religiosi come il rosario ostentato durante i comizi non ha dubbi:”E’ evidente che va contro i valori del Cristianesimo ed è un’offesa a Dio”. “Anche i capimafia – ha continuato Lucano – ostentano simboli religiosi, perché intendono avere una priorità. Il messaggio del Cristianesimo, come ci ricorda il sacrificio di Don Pino Puglisi, è per gli ultimi. Se poi questo messaggio è utopia sociale e riscatto per le persone che sono gli scarti dell’umanità, come gli immigrati, l’orizzonte è unico. Come dice Papa Francesco alzando muri non si possono vedere gli orizzonti e tutta la vita diventa una prigione”.