C’è un commercio che nessun codice penale al mondo persegue: quello di vendita dell’anima di un popolo, o di una comunità. Ma questo commercio si consuma sempre più frequentemente, e siccome la storia della vendita del proprio corpo ci dimostra che molto spesso ciò accade con “il consenso” della vittima, non deve sorprendere che molto spesso anche il commercio dell’anima di un popolo o di una comunità possa accadere con “il consenso” di chi se ne trova privato.
Giorni fa è accaduto in Libano, dove l’anima della comunità cristiana è stata venduta sull’altare dell’identitarismo. Siccome quella comunità non ha pochi problemi, per evitare di affrontarli si è voluto far credere loro che un gruppo musicale, famoso e apprezzato da molti in Libano, fosse “satanista”, facesse vilipendio della religione. Perché? Perché un membro della band ha esposto su facebook un’icona della Madonna con Bambino in braccio sostituendo il volto antico con quello noto della rockstar Madonna. La fuori estremista montata ad arte anche dalla politica incapace di dare risposte ha fatto sì che senza toccare i veri problemi dei cristiani del Libano le loro frustrazioni venissero appagate grazie alla cancellazione del concerto. Vittoria? O perdita dell’anima? Chi sono i cristiani che temono di vedere messa in discussione la loro fede da un post irriguardoso? Sono cristiani che credono in sé stessi, nel proprio ruolo, nel proprio peso, nel proprio potere. Chi segue potrebbe perdere l’anima, o vedersela venduta.
Accade ora in Italia, dove si approva un decreto sulla sicurezza che non persegue chi riduce in stato di schiavitù, ma chi libera dalla schiavitù, non persegue chi riduce l’uomo a carne umana, ma chi lo affranca dalla macelleria.
C’era un tempo in cui le campagne si vendevano con i contadini che le abitavano, oggi la cessione dell’anima di un popolo o di una comunità lo possiamo vedere in tante altri parti del mondo, con le stesse finalità libanesi: appagare le frustrazioni nell’incapacità di risolvere i problemi, creando un nemico preferibilmente esterno. I nemici interni sono economici e vanno nascosti. In America accade con Trump che l’economia vada bene, ma la società non sembra felice. Spara per strada, quasi ogni giorno. Odia. Difficile ritenere l’odio un sintomo di felicità, benessere. Non era il benessere la finalità di “America First”? Se fosse possibile un benessere senz’anima bisognerebbe chiedere agli americani perché sparino tanto. Forse perché si stanno accorgendo che il loro sogno, la loro anima, è stata venduta, è stato creato un nemico esterno per giustificare l’incapacità di rispondere a questo bisogno profondo di avere un’anima, un sogno… e si spara.
Anche da noi la capacità di risolvere i problemi del popolo italiano, entità mitica, come tutti i popoli, non brilla. Non sembra brillare neanche quella di risolvere le questioni economiche, a dire il vero. E allora? Allora si è detto che c’era una casta: ora sembra essercene un’altra, la casta dell’anticasta. Forse sono i professionisti dell’anticasta, come ci sono stati i professionisti dell’antimafia, o secondo Pasoli i fascisti antifascisti. Un amico su Facebook mi ha fatto ricordare proprio in queste ore, puntualissimo, che in quel libro Pasolini scriveva: “Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli. Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società”.
Oggi molti sentiranno di potersi dire fieri di essere finalmente riconosciuti dallo stesso Pasolini come “giusti” e “coraggiosi” antifascisti. Ma ne siamo sicuri? Lasciamo perdere il dolorosissimo capitolo della politica estera dell’Italia del recente passato, restiamo qui, da noi. Chi ha detto addio Mare Nostrum? Quando? Perché? In nome di cosa si è preferita Frontex? Certe scelte se si fanno si devono anche rivendicare e spiegare, non basta far finta di nulla e sfiduciare il ministro dell’interno in carica. E quando le intercettazioni telefoniche ci hanno fatto scoprire che a Roma si diceva che si guadagna di più con i migranti che con la droga cosa abbiamo fatto? Perché gli Sprar non sono diventato sistema unico di accoglienza e integrazione? E quando siamo andati a trovare “austere” municipalità libiche con le quali negoziare? Quando si è varato il codice delle ONG?
Prima di sentirsi accettati da Pasolini bisogna rispondere in modo esaustivo a tutto questo. Perché senza rispondere a queste domande non si risponde alla questione di oggi: come siamo arrivati a scoprirci senza anima, la nostra anima di popolo solidale, accogliente, amico di chi è nei guai fino al collo? E quando si è cominciato a ventilare che i barconi potessero portare qui l’Isis, gli assassini assetati di sangue, cosa si è detto? Cosa si è fatto? Qui sono tanti parroci, tanti vescovi, i primi a dover rispondere, ma non solo loro. Molti oggi esultano per le proteste di Hong Kong? Hanno fatto lo stesso per Il Cairo, per Deraa, per Homs, per Idlib, per Hama, e così via? O la libertà va bene se sognata da alcuni ma non va bene se sognata da altri? Non è che se li avessimo accompagnati, abbracciati, aiutati, sostenuti, la storia sarebbe stata diversa? E il patto con il caro Erdogan? Quanti hanno esultato per la trasformazione in galera a cielo aperto per i siriani della Turchia? E ora, solidale con il secondino che chiude le porte, che fare con il resto del fiume che sta per essere cacciato per le strade del mondo?
Il destino di chi si lascia vendere l’anima non è detto che sia come quello chi si lascia vendere il corpo. Può sembrare diverso, può sembrare meno faticoso, meno “sporco”; fino a quando non si torna a casa, la sera. E’ a quel punto che le cose cambiano. E’ rincasando che chi vive senz’anima scopre che gli manca qualcosa, e si odia, o più semplicemente odia.