80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

2 agosto 1980. La bomba fascista uccide 85 persone. 39 anni di inchieste ma all’appello mancano ancora i nomi dei mandanti

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C’erano decine di bambini ieri al circolo sociale di Villa Torchi, per il prologo della cerimonia che ogni 2 agosto richiama a Bologna migliaia di persone per ricordare quella bomba che 39 anni fa squarciò la stazione ferroviaria uccidendo 85 persone.
Tra le mani dei bambini i palloncini bianchi per non dimenticare che la deflagrazione ha spento prematuramente e tragicamente la vita anche a sette i bambini tra i tre e i quattordici anni. Due di loro erano tedeschi. Sono morti insieme alla madre con lo scoppio dell’ordigno che alle 10.25 ha fermato le lancette dell’orologio della stazione e ha paralizzato l’intero Paese. Il padre da quel giorno non era più tornato a Bologna. Un dolore mai sopito nonostante quasi 40 anni dalla tragedia. Ma ieri ha deciso di esserci. Discreto e commosso ad ogni abbraccio degli altri familiari. “Gerechtigkeit” gli abbiamo sentito sussurrare prima di andarsene: “Giustizia”.

Giustizia. E verità. Sono parole che pronunciamo quasi ogni giorno. Quando ricordiamo le tante stragi che hanno insanguinato il Paese in questo mezzo secolo (il 12 dicembre saranno trascorsi 50 anni dalla strage di Piazza Fontana). Bologna, Ustica, Piazza della Loggia, l’Italicus (domani è il 45° anniversario della strage del treno Espresso 1486 in cui sono morte 12 persone).
Per nessuna di queste stragi c’è verità e giustizia piena. Laddove gli esecutori materiali sono stati identificati e condannati mancano all’appello i mandanti. Se ci sono anche i nomi dei mandanti mancano quelli che hanno depistato, occultato o inquinato le prove…

Quella di Bologna è stata una strage fascista. Una verità scolpita nelle sentenze dopo un lunghissimo iter giudiziario. Ma non ci sono ancora i nomi dei mandanti. Tuttavia, sui mandanti, si è aperta una nuova inchiesta. E ci sono nuove recenti prove dei depistaggi.

Il prossimo anno saranno 40. Cifra tonda. Ma il cerchio è tutt’altro che chiuso. E siamo all’ultima chiamata per restituire al nostro Paese un barlume di dignità.


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