BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Una giornata di passione per il governo, tanti fronti aperti, nessuna soluzione

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Lega: le accuse di BuzzFeed sui legami con Mosca. Taranto: un operaio disperso all’ex Ilva. E loro inseguono le ong…

Di Pino Salerno

Giornata politicamente molto complessa e lunga quella di martedì 10 luglio, soprattutto per il governo e la maggioranza. In sostanza, sono state dette molte parole, che hanno egemonizzato il dibattito pubblico, e sono venuti a galla tutti fronti ancora aperti e caldi che questo governo si trova ad affrontare. Del fronte economia, con le mazzate della commissione europea che ci ricorda che siamo un paese bloccato, parliamo ampiamente in altro articolo. Qui cerchiamo di mettere assieme i tanti tasselli di un mosaico, anzi di un risiko, che stenta però a ricomporsi. Partiamo intanto dal rimpasto di governo, che pure c’è stato e pure avrebbe dovuto fornire alla Lega e a Salvini qualche nota piacevole. E invece no, perché mentre si stappava il prosecco di Valdobbiadene per un nuovo ministro leghista, ecco che sulla testa del segretario padano si abbatte una tegola venuta dagli Stati Uniti, da un sito che si chiama BuzzFeed. E non è finita qui, poiché mentre ci apprestava a vedersi in un vertice serale per discutere del problema migranti, da Taranto giungeva la notizia di un operaio disperso in mare mentre su una gru nell’acciaieria ArcelorMittal, caduta per il vento fortissimo che spirava sulla città. E quell’incidente non è stato l’effetto di una fatalità. E infine, il vertice di maggioranza, dove, dicono le cronache, la ministra della Difesa Trenta ha rivendicato le sue competenza sulle navi militari. E giovedì mattina si riprende con il delirante progetto di autonomia differenziata.

Matteo Salvini dà il la al rimpasto di Governo, ma Luigi Di Maio per ora non ne vuole sentire parlare

Lorenzo Fontana trasloca a Bruxelles come ministro delle Politiche europee e lascia il dicastero della Famiglia e Disabilità ad Alessandra Locatelli, militante convintamente leghista. Un segnale ‘politico’ e ne hanno coscienza gli stessi grillini, anche su questo tema divisi. Il capo politico pentastellato, chiuso nei suoi uffici, tra vertenze aziendali e progetti per il rilancio del Movimento, ha già fatto sapere che di eventuale rimpasto si potrebbe parlare solo a chiusura della finestra elettorale, quindi non prima del 20 luglio. Le voci di un pressing sostenuto della base leghista per mandare all’aria il governo sono arrivate infatti anche alle orecchie dei fedelissimi del titolare del Mise, benché lo stesso Salvini tenda ad arginarle e il timore di un incidente parlamentare è sempre vivo. Di Maio quindi insiste nel voler mantenere la squadra così com’è, ma deve scontrarsi con la realtà di tutti i giorni. Danilo Toninelli al Mit rischia di essere un ministro troppo debole, proprio ora che sul tavolo ci sono dossier come Alitalia, Autostrade e entro fine mese anche la Tav Torino-Lione. In queste partite infatti il ministro sembra rimasto nelle retrovie, mentre il vicepremier in prima fila detta linea e regole. Fonti pentastellate confidano che siano proprio i parlamentari a chiedere un rinnovamento per acquisire credibilità, ecco allora il motivo per cui Toninelli è stato messo in standby, anche dalle luci dei riflettori. E se il Movimento frena, in attesa della data definita ‘della tranquillità, la Lega sta rimettendo a posto tutte le caselle. Dopo il ministro degli Affari europei toccherà al commissario Ue, anche se da Bruxelles giungono notizie di un ulteriore slittamento dei tempi, addirittura a settembre. Per parlare di commissari deve essere votata infatti Ursula von der Leynen, sulla quale ci sono ancora molte resistenze, soprattutto da parte della Lega.

“E’ vergognoso escludere il partito più votato in Italia e in Europa – tuona Salvini in merito alle nomine di presidenti e vice – Se pensano di intimidirci hanno trovato le persone sbagliate”. La battaglia quindi si preannuncia durissima, ma in via Bellerio si deve prendere una decisione. E’ in atto una moral suasion pressante su Giancarlo Giorgetti, affinché accetti l’incarico e nel caso sembra essere tornata in pole Giulia Bongiorno. Scese le quotazioni di Nicola Molteni, troppo importante al Viminale con un ministro sempre sul campo, mentre in pista rimarrebbe Claudio Durigon in caso di cambio all’ultimo miglio. Alla casella del ministero invece potrebbe spuntare un nome alla Locatelli, giovane e praticamente sconosciuta. Sul fronte 5Stelle Riccardo Fraccaro ha bollato le voci di un suo arrivo al Mise come “gossip politico”, ma tra i nodi da sciogliere per Di Maio c’è anche quello di abbandonare un dicastero e concentrarsi sul Movimento e sui dossier del lavoro, a lui più cari.

Resta il nodo migranti, con il vertice voluto a Chigi da Conte, che apparentemente sembra aver riportato la calma dopo il fine settimana di ‘passione’ sull’asse Salvini-Elisabetta Trenta

Il leader leghista, inoltre, ha incassato l’accordo sul decreto Sicurezza bis, pur senza i poteri aumentati al ministro dell’Interno, ma i Cinquestelle ora chiedono convergenza sulla loro proposta di sequestro delle navi che violano le norme italiane. Per Di Maio “le Ong si stanno comportando in un modo che non ha nulla a che vedere con i salvataggi in mare”, perché “la capitana (Carola Rackete, ndr) e altri personaggi utilizzano le nostre acque territoriali come se fossero palcoscenici teatrali”, andando a prendere “poche decine di persone dove non potrebbero andare per sfidare il Governo italiano”. Musica per le orecchie lombarde.

La ministra Trenta tuttavia non ci sta a restare ai comandi di Salvini, e detta parole di fuoco. “Nonostante l’agitazione del momento, stiamo lavorando tutti insieme per la sicurezza del Paese. Le navi prendono ordini dal ministro di riferimento. Bisogna comprendere bene che ogni ministro ha una sua area di competenza, nelle aree di concorso in cui si partecipa insieme alla competenza di un altro ministero ci si coordina. Ma le indicazioni vengono sempre dal ministro di riferimento”.

Le rivelazioni sui rapporti tra la Lega e Mosca pubblicate dal sito BuzzFeed e la reazione irata di Salvini

“Tre italiani e tre russi” seduti attorno a un tavolo all’Hotel Metropol di Mosca a pianificare, tra caffè e sigarette, un ipotetico aiuto finanziario da parte di Mosca alla Lega sovranista di Matteo Salvini in vista delle elezioni europee. E’ il sito d’informazione Usa BuzzFeed a ricostruire l’incontro avvenuto il 18 ottobre scorso nello storico albergo della capitale russa. Lo scoop del sito americano, dopo una precedente inchiesta de ‘L’Espresso’ (per la quale Salvini aveva querelato), è l’audio della conversazione – ottenuto non si sa come – e la sua trascrizione integrale. Solo un minuto o poco più si può ascoltare direttamente sul sito. “Uno stretto collaboratore del più potente leader di estrema destra in Europa, il vicepremier italiano Matteo Salvini, e altri cinque uomini si sentono negoziare i termini di un accordo per veicolare segretamente decine di milioni di dollari provenienti dal petrolio russo verso la Lega di Salvini”, inizia il racconto di BuzzFeed. Il collaboratore di Salvini menzionato è Gianluca Savoini, che durante la conversazione afferma: “Vogliamo cambiare l’Europa, una nuova Europa deve essere vicina alla Russia come prima, perché vogliamo la nostra sovranità”. La trattativa, che il sito sottolinea essere durata un’ora e 15 minuti, “coinvolgerebbe una tra le principali compagnie petrolifere russe e la vendita di 3 milioni di tonnellate cubiche di carburante nel corso di un anno alla società petrolifera italiana Eni per un valore di circa 1,5 miliardi di dollari. L’acquisto e la vendita – scrive ancora BuzzFeed – sarebbe avvenuto attraverso intermediari, con i venditori che avrebbero applicato un tasso di sconto alle transazioni”. La cifra cui fa riferimento il sito per lo sconto è di “65 milioni di dollari”, che la Lega avrebbe potuto ricevere attraverso questi intermediari. Attenzione però, nelle circa 30 pagine di trascrizione del dialogo intercettato questa cifra non viene mai segnalata: emerge infatti, come precisa il sito Usa, da calcoli che analisti del settore hanno fornito a BuzzFeed, effettuati sulla base del prezzo del carburante in quel momento.

“Mi sono limitato a querelare quelli che accostano il nome mio e della Lega a finanziamenti che non abbiamo mai chiesto e avuto… Alla Lega è arrivato un centesimo di euro? No, e allora? E chiunque scriverà il contrario sarà querelato…” ha detto Matteo Salvini parlando del caso Savoini al termina del vertice a palazzo Chigi. ”Non esistono finanziamenti alla Lega, i bilanci sono pubblici, basta che fai un click e li trovi…”, ha insistito il ministro dell’Interno, che ha aggiunto: ”Perché questa vicenda è uscita oggi? Non lo so, io non credo ai complotti… Sono due anni che cercano soldi in Lussemburgo, in Austria, a Mosca, negli Usa, non so dove… Auguri, buona caccia! non ho bisogno di soldi da parte di nessuno”.

L’incidente a Taranto, dove un operaio è caduto in mare con la sua gru. Le reazioni durissime di Cgil e Cisl

Per via delle forti raffiche di vento una gru che si trovava sul quarto sporgente dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto è stata abbattuta ed è caduta in mare. L’operaio che era sulla gru è stato sbalzato in acqua e al momento risulta disperso. A renderlo noto è la stessa azienda. Al lavoro i soccorsi nel tentativo di ritrovare il dipendente del colosso indiano dell’acciaio che ha rilevato gli stabilimenti italiani dell’ex Ilva. “Un altro tragico incidente sul lavoro allo stabilimento ex Ilva di Taranto che poteva essere evitato. Una tromba d’aria si è abbattuta su Taranto e la cabina della gru è precipitata scaraventando in mare un lavoratore. È sconcertante che la tragedia di oggi avvenga con le stesse modalità e con la stessa gru dell’incidente mortale avvenuto nel 2012” dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil. “Naturalmente la magistratura accerterà le responsabilità penali dell’incidente di oggi – prosegue – ma non ci spieghiamo come si possa lavorare con l’allerta meteo a 40 metri di altezza. La Fiom sta decidendo in queste ore, insieme alle altre organizzazioni sindacali, le iniziative da intraprendere”.

Sull’Ilva siamo alla follia, lo dico bello chiaro. Rischiamo di perdere un’impresa che rende competitivo il nostro Paese in un mercato importante come quello dell’acciaio. Questo sarebbe davvero inconcepibile. Non solo si perderebbero tante migliaia di posti di lavoro, quelli diretti ma anche tutto l’indotto, ma addirittura sul tema della bonifica e del risanamento ambientale si perderebbe davvero l’occasione per poterlo realizzare. Rischiamo una seconda Bagnoli, dove nessuno ha risanato e in compenso abbiamo perso tanti posti di lavoro”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia la segretario generale della Cisl Annamaria Furlan. “La politica industriale è una cosa seria – ha aggiunto -, non è roba da propaganda elettorale. Invece continuiamo ad affrontare le questioni industriali con logiche che non hanno nessuna coerenza con i temi della crescita, dello sviluppo e del risanamento ambientale. Rischiamo di portare il Paese a sbattere”. E sugli incidenti sul lavoro, Furlan denuncia: “Ancora una giornata funestata da tanti gravissimi incidenti su lavoro. A Taranto, all’ex Ilva, una persona è dispersa per il crollo della gru dove morì nel novembre del 2016 un altro operaio. A Brindisi un operaio di 57 anni è morto sul lavoro folgorato. Un altro operaio morto e tre colleghi feriti in un cantiere di un’impresa esterna sulla A12, Roma-Civitavecchia. È un bollettino di guerra inaccettabile che indigna il sindacato e tutti i lavoratori italiani. La sicurezza sul lavoro è sempre di più una questione nazionale che non trova le giuste risposte dalle istituzione e dalle imprese”. Ma se il governo la smettesse di inseguire le ong che salvano le vite e pensasse più seriamente ai tanti fronti che sono drammaticamente aperti, dall’economia ai morti sul lavoro, dalle 158 vertenze industriali aperte alla povertà sempre più diffusa e non certo risolta, non sarebbe più serio?

Da jobsnews


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