Presidente di AAMOD (Archivio Audiovisivo Movimento Operaio Democratico) e dell’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, esperto di comunicazione, docente di Teorie dei media all’università di Sassari, ex deputato dell’Ulivo e senatore del PD, ex sottosegretario del Ministero delle Comunicazioni fino al 2001, autore di “Dopo i mass media” (1993) e “L’inganno multimediale” (1998), Vincenzo Vita oggi pubblica con Manifestolibri un nuovo saggio “Rosso digitale L’algoritmo di Marx”, che è la sintesi di una mappa ragionata del percorso della comunicazione nel nostro paese: dall’invasione degli spot alla dittatura degli algoritmi, dai social media delle campagne politiche, alle fake news attuali.
Il testo è un’analisi dettagliata di come la politica si sia fatta comunicazione e, viceversa, la comunicazione sia politica. A titolo esemplificativo, ecco una citazione del terzo capitolo: <<Il prevalere degli aspetti mediatici e social nella politica dei candidati sta portando alla scomparsa dei partiti, che non sembrano reggere la sfida del “marketing elettorale” predisposto da specialisti di tecniche di mercato e strateghi della vendita, nonché influencer della rete. Tali operatori vengono selezionati dal candidato non in base alla comune appartenenza politica, ma in base alla capacità di utilizzare l’arte della persuasione per “condizionare” le elezioni e, in generale, il consenso>>. Per Vincenzo Vita tale risultato è eredità del “berlusconismo”, inteso non come sommatoria delle alterne vicende del Cavaliere, ma eclatante segnale della trasformazione del rapporto tra “rappresentanza” e “rappresentazione”; frutto della televisione generalista e commerciale, nell’Italia dell’irrisolto conflitto d’interessi, influente riferimento per l’opinione pubblica.
Vincenzo Vita analizza gli anni “sbagliati” del centrosinistra, come e perché i governi dell’Ulivo non regolarono il conflitto d’interessi. E lo fa da accorato testimone, raccontando l’inerzia della tv classica in termini di frequenze, risorse economiche, costruzione di un clima di opinione. Conosciamo nei dettagli un pezzo della nostra storia che Vita definisce “il quarantennio tragico dell’informazione in Italia”. Oggi, chiedendosi se possa nascere qualcosa di nuovo a sinistra, Vincenzo Vita indica gli scenari che predicono il futuro: << Lungi (…) dall’essere un territorio tranquillo, consensuale e pacificato, quello della società dell’informazione è luogo di un conflitto asperrimo. Il Capitalismo delle piattaforme (…) ha nel predominio sui saperi il suo punto di forza. Capitalismo finanziario e capitalismo cognitivo sono le facce essenziali di una stagione che si annuncia lunga. La politica, travolta dalla fragilità delle istituzioni storiche che l’hanno caratterizzata, stenta a ritrovare una fisionomia autonoma. La colpa non sta solo nei variegati populismi che animano le culture di massa, bensì nella crisi culturale profonda che ha investito i nostri mondi, colpiti a morte dalle suggestioni mediatiche, né comprese né governate. Serve un intellettuale collettivo e consapevole, capace di riscrivere l’algoritmo di Marx”.
Manifestolibri
Vincenzo Vita
Rosso digitale L’algoritmo di Marx
Pag. 140 – Euro 16