Il 22 luglio, a firma dei massimi rappresentanti dell’ONU presenti a Gerusalemme, Jamie McGoldrick (Coordinatore Ufficio Umanitario), Gwyn Lewis (Direzione UNWRA delle operazioni in Cisgiordania), e James Heenan (Capo Uffcio Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati) è stata diramata una “dichiarazione congiunta” di ferma condanna dell’ arbitraria demolizione ad opera dell’esercito occupante israeliano di decine di abitazioni ed edifici legittimamente abitati dalla popolazione palestinese a Sur Bahir, quartiere alla periferia di Gerusalemme Est occupata. I tre funzionari dell’ONU denunciano senza esitazione l’illegalità dell’operazione affermando che <La politica israeliana di distruggere le proprietà palestinesi non è compatibile con gli obblighi dettati dalla legge internazionale …Per di più provoca espulsioni e contribuisce al rischio di ulteriori trasferimenti forzati di molti palestinesi>. E richiamano la condanna del 2004 della Corte penale internazionale per la costruzione del Muro.
La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, nel diffondere in allegato il testo integrale della Dichiarazione e la relativa traduzione in italiano, denuncia con grande tristezza questo ennesimo atto violento e ingiusto che colpisce brutalmente persone palestinesi già rifugiati, che adesso devono subire la seconda espulsione della loro vita.
Se il furto della terra e delle vite palestinesi continua e Israele ancora una volta può espellere illegittimamente e tuttavia impunemente la popolazione palestinese dai suoi territori è perché mai la comunità internazionale si è levata a contrastare efficacemente la politica espansionistica di Israele ed il suo colonialismo di insediamento.
La colpevole inerzia della comunità internazionale è la ragione per cui il genero di Trump Kushner ha potuto osare di proporre il suo piano, noto anche come “l’Accordo del Secolo”, che tanto ha occupato i media particolarmente nell’ultimo mese.
Kushner, la cui fondazione di famiglia ha generosamente finanziato i progetti dei coloni, ha messo in piedi un’astuta e subdola strategia mirante a vincere perdendo. In realtà, il piano è stato pensato per costringere i palestinesi in un angolo dal quale l’unica loro risposta possibile all’accordo di pace proposto (denaro contro la Terra Palestinese) non avrebbe potuto che essere un secco rifiuto. Ed infatti, la popolazione Palestinese, unita, ha rifiutato categoricamente di partecipare alla conferenza in Bahrain. Tutti i palestinesi, di qualsiasi orientamento, sanno che “l’Accordo del Secolo” è contro le leggi e le risoluzioni internazionali e contro i diritti dei profughi.
La popolazione Palestinese è sempre più vulnerabile poiché la strategia delle autorità israeliane rende la vita dei Palestinesi sempre più difficile, i loro diritti sempre più violati, la loro terra più ridotta. Ma i Palestinesi non perdono la loro fierezza e non rinunciano alla loro dignità. Hanno bisogno, però, più che mai del sostegno internazionale in applicazione di leggi e trattati sottoscritti da tutti gli Stati.
La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese