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In Libia siamo al crimine di guerra

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Con il bombardamento di un campo profughi Tajoura da parte delle truppe riconducibili ad Haftar, in Libia siamo al crimine di guerra. Lo dice l’Onu, ma sembra che per l’opinione pubblica mondiale ed europea, tutto sia da relegare a un regolamento di conti tra bande rivali, in una nazione che ormai è terra di banditi e mercenari.

Questo perché manca la foto. Quella del bambino sventrato da una scheggia, meglio se in braccio alla madre sbudellata anche lei. Senza la foto, la pubblica emozione non diventa pubblica opinione. Senza la foto, il massacro non viene percepito. Senza la foto, la strage non c’è e nemmeno la sua condanna diffusa. Nell’era di instagram la morale ormai è ottica.

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