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Fine del Progetto Dragonfly: ora Google s’impegni a non censurare più i suoi prodotti per la Cina

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Il 17 luglio un alto funzionario di Google ha annunciato che l’azienda ha “messo da parte” l’idea di lanciare il Progetto Dragonfly, un motore di ricerca censurato appositamente per il mercato cinese.

“Per la prima volta Google conferma in modo così netto di aver abbandonato del tutto il Progetto Dragonfly. Questa pubblica marcia indietro rispetto a un progetto disastroso è una buona notizia e una parte non piccola del merito va alle centinaia di impiegati di Google, alle oltre 70 organizzazioni per i diritti umani e alle migliaia di persone nel mondo che hanno fatto pressione sull’azienda”, ha dichiarato Joe Westby, ricercatore su Tecnologia e diritti umani di Amnesty Tech.

“Manca però ancora l’impegno a porre definitivamente fine all’idea di un motore di ricerca censurato. Di fatto, Google non ha detto che in futuro non lavorerà con la Cina per realizzare prodotti del genere”, ha aggiunto Westby.

“Chiediamo a Google di fare un passo ulteriore e d’impegnarsi a non collaborare mai con la censura e la sorveglianza su larga scala operanti in Cina. L’atteggiamento evasivo tenuto dall’azienda in passato su questo tema lascia la porta aperta a progetti del genere. Il direttore generale Sundar Piciai dovrebbe dichiarare in modo definitivo che Google non sarà coinvolta in alcun progetto che metta a rischio i diritti in Cina”, ha concluso Westby.

 


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