Governo diviso, incapace di governare perfino se stesso. Tria prende nota delle “raccomandazioni” della Ue. Forti critiche dei sindacati
Di Alessandro Cardulli
Mentre a Roma Salvini e Di Maio si prendono a sportellate cogliendo ogni possibile occasione per approfondire le divisioni di un governo incapace di governare perfino se stesso con il presidente Conte di fatto defenestrato dal suo vice e capo leghista, il ministro Tria trova un momento di tranquillità proprio in quella che leghisti e pentastellati, in questo uniti, considerano come una sorta di tana dei burocrati della Ue che pretendono addirittura di dare lezioni a chi amministra, si fa per dire, l’Italia, attesa secondo Conte da un futuro bellissimo proprio mentre l’Eurogruppo e poi l’Ecofin la pensano diversamente. La pensano diversamente anche i sindacati, i cui leader, Furlan (Cisl), Landini (Cgil), Barbagallo (Uil) si sono espressi in modo fortemente critico nei confronti del governo, nel corso della Conferenza organizzativa della Cisl. Furlan come scriviamo in altra parte del giornale ha affermato che “al governo manca un progetto di medio-lungo periodo e la capacità di darsi una strategia per gestirlo”.
Un severo richiamo al governo in materia di disciplina dei conti pubblici
La riunione dei ministri economici conferma la proposta della Commissione Ue e poi dell’Eurogruppo: nessuna procedura contro l’Italia per infrazione ma arriva un severo richiamo in materia di disciplina dei conti pubblici, fisco e pensioni. Ecofin ha adottato le raccomandazioni espresse già a inizio giugno dalla Commissione. Tra queste, l’invito nel 2020, con la prossima legge di bilancio, a realizzare un aggiustamento strutturale, cioè una riduzione del deficit calcolato secondo la metodologia Ue “depurato” della componente ciclica e degli una-tantum dello 0,6% del Pil, pari a quasi 11 miliardi. Così si dà un colpo di acceleratore nel percorso di riduzione del debito. Viene così meno la possibilità di adozione di una procedura per disavanzi eccessivi per violazione della regola del debito. Ma ciò non vuol dire liberi tutti. Al contrario, alla verifica di ottobre i conti dovranno essere a posto.
Tria ha nelle mani una carta per cercare di calmare i bollori di Salvini in particolare e di Di Maio che lo segue a ruota che continuano a fare promesse di un avvenire meraviglioso, spendi e spandi quanto più puoi, o meglio prometti quanto più poi. Addirittura si è parlato di assegni per ogni figlio che si mette al mondo che comporterebbero nel 2020 un costo di 60 miliardi. Per non parlare della flat tax, il pallino di Salvini. L’Ecofin ha ribadito, stando alle note di stampa, la necessità di spostare la pressione fiscale dal lavoro, in particolare riducendo le agevolazioni fiscali e riformando i valori catastali non aggiornati, attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica e creare occasioni di lavoro.
Il ministro dell’Economia ha preso atto di quanto affermato dall’Ecofin, non potrà non essere la “guida” del governo gialloverde che ad ottobre dovrà presentare il Bilancio con gli “aggiustamenti”, richiesti da Bruxelles, per far tornare i conti per il 2020. Tria, il quale ancora non vuol dire a quanto ammonterà il deficit del 2020, non potrà non tener conto di quanto affermato da Ecofin in cui l’Italia ha potuto misurare tutto il suo isolamento nella Ue.
Dombrovskis. È tempo di fare le riforme. Molte differenze nella situazione dei diversi paesi
Al termine della riunione dell’Ecofin il vicepresidente della Commissione e responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis ha affermato che si prevede una “crescita di tutti i paesi Ue. Domani la Commissione presenterà le previsioni economiche su Pil e inflazione”. Tutti gli Stati cresceranno – ha sottolineato – “questa è una buona notizia, ma ci sono molte differenze tra paese e paese e sono in aumento soprattutto i rischi esterni, quindi non possiamo escludere uno scenario dove i rischi si materializzano. È tempo di fare le riforme e allo stesso tempo di tenere i conti pubblici solidi”, ha concluso.
Al Consiglio Economia e Finanza dell’Unione europea, la Finlandia, che ha assunto la presidenza di turno del Consiglio il primo luglio, ha presentato le sue priorità per il suo mandato che si concentrano, soprattutto, sulla lotta al cambiamento climatico. “Ci sono due parole in cima al nostro programma di presidenza: il cambiamento climatico. Dobbiamo essere realistici sulla sfida che il mondo sta affrontando e ambiziosi su come affrontarlo. Ecco perché durante la nostra presidenza, metteremo la crescita sostenibile e le iniziative per facilitare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in prima linea nel nostro programma di lavoro”, ha detto il ministro finlandese delle Finanze, Mika Lintila. I ministri dell’Economia europei hanno fatto il punto sullo stato dei lavori nelle discussioni sul pacchetto legislativo sulle risorse proprie, nel contesto del quadro finanziario pluriennale per il 2021-2027. Ecofin ha anche adottato una raccomandazione al Consiglio europeo per quanto riguarda la decisione di nominare Christine Lagarde alla guida della Banca centrale europea. Tale raccomandazione formalizza l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo il 2 luglio per sostenere Christine Lagarde come candidato per il posto. Il Consiglio europeo dovrebbe prendere una decisione formale sulla nomina in ottobre, dopo aver consultato il Parlamento europeo e il Consiglio direttivo della Bce. Il nuovo presidente subentrerà a Mario Draghi, il cui mandato scadrà il 31 ottobre 2019, per un mandato di otto anni non rinnovabile.