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Direttiva Salvini sui ‘campi rom’. Appello Kethane al governo: “non una persecuzione etnica ma interventi per risolvere precarietà e degrado”

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Il ministro dell’interno, come annunciato alla stampa, lunedì 15 luglio 2019 ha inviato ai prefetti d’Italia una direttiva per censire rom e sinti negli insediamenti irregolari e regolari per la grande operazione di chiusura dei “campi nomadi”.
La circolare ha come oggetto: “insediamenti di comunità rom, sinti e caminanti”, costituendo in questo modo già nell’enunciazione un atto discriminatorio, dal momento che non esistono l’abuso o l’irregolarità etnici. Se lotta all’abusivismo va fatta riguarda tutti gli abusi senza connotazioni etniche. Che senso ha colpire gli abusi, là dove ci sono, di una minoranza etnica e lasciare impuniti gli altri abusi, e sono tanti in tutti i campi? Pensiamo ai mille inferni suburbani, alle mille situazioni di degrado urbano che mettono a rischio il futuro di intere generazioni di minori, alle centinaia di migliaia di abusi edilizi che si scoprono quando frana la terra su cui sono edificati, per non parlare del male profondo dell’evasione fiscale e della corruzione che mina la giustizia sociale del paese.
La circolare consegna un ruolo centrale ai prefetti, determinante in rapporto con il territorio, province e comuni. Si tratta di capire se l’obiettivo è solo quello, propagandisticamente agitato, della ruspa che abbatte baracche abusive, oppure quello di considerare che dentro quelle baracche ci sono persone, donne, uomini, bambini che costituiscono un grande problema sociale e se cacciate senza alternative aumentando la precarietà e il degrado delle persone sgomberate e l’insicurezza della cittadinanza. Quale vantaggio avrebbero i cittadini se la precarietà sul territorio aumentasse come conseguenza di questa scelta politica?
*Il movimento Kethane – Rom e Sinti per l’Italia è per primo interessato a superare le condizioni di degrado e illegalità che rendono così fragile la vita di parte delle nostre comunità e per questo intende monitorare attentamente la situazione e  agire su tutti i piani e a tutti i livelli perché l’iniziativa del ministro dell’Interno non si trasformi in una persecuzione di uomini donne e bambini in estrema fragilità sociale.
Per questo chiediamo al governo italiano un approccio serio e responsabile che prenda in considerazione la complessità e le ragioni profonde delle attuali condizioni di vita della minoranza  rom e sinta in Italia, applicando l’unico strumento normativo vigente al riguardo, la Strategia nazionale per inclusione di Rom, Sinti e Caminanti, approvata dal governo italiano che prevede interventi su 4 assi: casa, lavoro, istruzione, salute, presupposto perché le situazioni di degrado e di illegalità vengano superate e che le condizioni di vita delle comunità Rom e Sinte migliorino, migliorando così generalmente la condizione di vita di tutti i cittadini .*

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