Dopo la nuova ed ennesima dichiarazione di esuberi e otto uscite su incentivo, incalzano i giornalisti, «Condé Nast Italia, che in passato ha gestito le situazioni di crisi siglando accordi di solidarietà e più di recente ha affrontato una chiusura di testata chiedendo unilateralmente una cassa integrazione a zero ore per quattro colleghe, ora ricorre ai licenziamenti plurimi, fatto che non ha precedenti, senza discutere di ammortizzatori sociali con le rappresentanze sindacali. La situazione è grave e preoccupante in senso lato. Sono in pericolo i posti di lavoro, il contratto giornalistico, la figura stessa del giornalista professionista e, nel ribadire l’intenzione di ridurre le redazioni al minimo, è in pericolo la qualità dell’informazione, nonché la sua imparzialità di fronte a possibili commistioni con il marketing e la pubblicità».
I giornalisti Condé Nast chiedono quindi «l’immediato ritiro delle lettere di licenziamento e l’apertura di un tavolo sindacale che arrivi a gestire la crisi con l’uso di ammortizzatori sociali». Richieste sostenute da Federazione nazionale della Stampa italiana e Associazione Lombarda dei Giornalisti, che si schierano al fianco dei colleghi.
«Condé Nast – spiegano Fnsi e Alg – ha avviato la procedura di licenziamento per tre giornalisti grafici, due della testata Vanity Fair e uno della testata Glamour. I licenziamenti avvengono dopo che otto colleghi hanno già firmato l’esodo incentivato proposto dall’azienda. Ma a Condé Nast non bastano queste uscite. L’azienda ha infatti dichiarato di volere ridurre l’organico di venti persone. La decisione di avviare il licenziamento è stata presa mentre il Comitato di redazione, rimasto con due colleghe di cui una a sua volta in uscita, deve essere rinnovato. La strategia dell’azienda è tagliare e tagliare, cosicché il numero dei giornalisti Condé Nast si è ridotto da oltre 200 a circa 80 in pochi anni. I licenziamenti individuali non hanno però precedente in azienda e avvengono malgrado il sindacato si sia detto disponibile a ragionare di ammortizzatori sociali evitando soluzioni traumatiche».
Fnsi e Alg tornano a chiedere con forza il ritiro dei licenziamenti, l’avvio di un tavolo con il sindacato e la ricerca di una soluzione «che porti a dei risparmi, ma anche a una prospettiva di respiro più ampio e a un coinvolgimento dei giornalisti in tutti i progetti futuri».