ROMA – Il Premio Cesare Zavattini è un’iniziativa promossa dalla Fondazione Archivio
Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), sostenuta dalla Siae e
dal MiBACT, attraverso il bando “Sillumina”, e dalla Regione Lazio, realizzata in collaborazione
con Istituto Luce Cinecittà, con la partecipazione della Cineteca Sarda, Deriva Film e Officina
Visioni. Dopo aver annunciato i finalisti in una conferenza stampa, svoltasi durante la mostra
di Venezia dello scorso anno, si è svolta a Roma, alla Casa del cinema, la sera del 4 luglio 2019,
la cerimonia di consegna del Premio e la proiezione dei tre cortometraggi vincitori. Insieme ai
rappresentanti degli Enti che hanno sostenuto l’iniziativa, erano presenti il Presidente della
Fondazione Aamod Vincenzo Vita, il direttore del Premio Zavattini Antonio Medici che con
Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici, ha condotto la serata.
Nonché la Giuria composta dalla regista Susanna Nicchiarelli (Presidente), dal regista e
produttore Ugo Adilardi, dalla regista Elisabetta Lodoli, dal regista Roland Sejko, dal docente
universitario Giovanni Spagnoletti.
Prima della cerimonia i giovani e timidi vincitori han posato per uno scatto con Vincenzo Vita,
Presidente di Aamod (nella foto). Queste le opere e gli autori insigniti dello Zavattini 2019:
Anche gli uomini hanno fame di Andrea Settembrini, Francesco Lorusso e Gabriele Licchelli,
Domani chissà, forse di Chiara Rigione e Supereroi senza superpoteri di Beatrice Baldacci.
“Anche gli uomini hanno fame” di Andrea Settembrini, Francesco Lorusso e Gabriele Licchelli,
è un racconto supportato da una bella colonna sonora e da immagini che suscitano tenerezza.
Parla della generazione degli anni Sessanta – settanta del Sud Italia, in particolare del Salento e
della Puglia, dove si migrava verso Paesi come Svizzera, Belgio e Nord Europa. Nella cornice di
un piccolo bar in provincia di Lecce, due personaggi, testimoniano come hanno cambiato la
propria vita: Naldi, ex proprietario di un cinema, anziché migrare verso altri lidi, mise in piedi
un ristoro nel campo di tabacco dove giravano i suoi film, oggi fulcro vitale del paese. Mimmi,
emigrato per lavoro al San Gottardo e per questo insignito di una medaglia d’oro, è tornato a
casa dopo eventi drammatici che l’hanno segnato profondamente.
"Domani chissà, forse" di Chiara Rigione è una riflessione sul tempo che in alcuni luoghi non
procura cambiamenti. Ispiratore del lavoro è un documentario di Ansaldo Giannarelli del
1961, che ambientato a Vallepietra, descriveva la situazione di un piccolo borgo che iniziava a
spopolarsi e “domani chissà forse”. L’autrice ha voluto andare a vedere che cosa fosse
successo a Vallepietra a distanza di quasi sessant’ anni, scoprendo un paese fermo nella sua
dimensione di cose e persone. Cinematografica e “darwiniana” analisi di un sociale che non
evolvendo dimezza la sua popolazione.
“Supereroi senza Superpoteri" di Beatrice Baldacci è un cortometraggio autobiografico dove
l’autrice racconta il rapporto con la mamma dall’infanzia alla giovinezza: percorso sviluppato
sul ritrovamento di vecchie videocassette nelle quali erano stati registrati numerosi momenti
di convivenza tra le due donne, orfane di una figura maschile. Come nei VHS consumati dal
tempo, si dipana la memoria dal cui dolore vorremmo difenderci, soprattutto quando la
caducità umana ci mette troppo presto di fronte al fatto che dobbiamo cavarcela da soli. Storia
di sentimenti profondi nella quale ci si può universalmente identificare.
Il Premio Zavattini è rivolto a giovani filmmaker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità,
di età compresa tra i 18 e i 35 anni che presentino il progetto di un film documentario, della
durata massima di 15 minuti, che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico
della Fondazione Aamod. Fra i progetti pervenuti, una Giuria composta d’importanti
personalità del cinema italiano sceglie i finalisti, i cui autori hanno la possibilità di partecipare
a un percorso formativo e di sviluppo guidato da affermati professionisti. I vincitori, oltre a
utilizzare liberamente, con licenze Creative Commons, il materiale filmico dell’Aamod e degli
archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi (in
produzione e post-produzione), e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.