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Articolo 21, essere “liberi da…” la nuova sfida su cui misurarci

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La festa del 15 luglio di Articolo 21, che si caratterizza per lo slogan “liberi di…” ormai è imminente e questo mi spinge a proporvi una riflessione sulla libertà di oggi… e di domani. Difendere le nostre libertà non è mai semplice né può essere considerato un esercizio sempre uguale a se stesso. Le libertà individuali sono state a lungo sotto attacco, negate e poi ostacolate. Un blocco di potere reazionario credeva di mantenersi a galla nella loro negazione. E l’impegno per le libertà individuali, le cosiddette battaglie civili, è stato molto importante per essere finalmente “liberi di…”.
Oggi indubbiamente si vedono nuovi rischi, tentativi di fare marcia indietro e questo va certamente considerato, ma a mio avviso siamo in una fase nuova, il nuovo potere finanziario e speculativo è consumista, e quindi minaccia innanzitutto le libertà sociali. L’urgenza dunque, a mio avviso, è da tempo quella di essere per la libertà intesa come “libertà da…”. Liberi dallo schiavismo, liberi dalla fame, liberi dalle torture, liberi dal razzismo, liberi dall’esclusione, liberi dalla discriminazione, liberi dallo scarto, liberi dalla disoccupazione, liberi dal machismo, liberi dal sessismo, liberi da un disegno nuovo, quello di secolarizzazione delle religioni. Essere liberi dall’incubo di religioni secolarizzate, il cui fine è sacralizzare i poteri nazionali, questa per me è la nuova frontiera. Ma sono le libertà sociali, essere di nuovo “liberi da…” tutto quello che viene proposto nel nome dei nuovi muri e della cultura dello scarto e dell’odio è il terreno su cui dovremmo misurarci.


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