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Andy Rocchelli e noi. L’avvocato Pisapia spiega perché la sentenza “conta” molto per l’informazione italiana

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Riflettere sulla sentenza di condanna per l’assassinio di Andy Rocchelli e sul risarcimento alla stampa italiana e un “esercizio” assai utile alla libertà di espressione, che in questa storia è stata considerata prioritaria anche rispetto all’esercizio della professione giornalistica. La vittima stava documentando una storia e lo stava facendo nell’interesse collettivo nonché quale componente del mondo dell’informazione. E’ una svolta. Una sorta di rivoluzione documentata che ci spiega bene il legale che rappresentava la Federazione nazionale della Stampa e l’Alg, l’avvocato Margherita Pisapia.

Voi avete molto insistito sulla necessità di riconoscere la lesione della morte di Rocchelli per tutta l’informazione italiana. E’ un concetto molto innovativo. Che effetto fa sapere che è stato accolto dai giudici?

Non solo è innovativo, ma è anche un importante precedente giurisprudenziale che la Corte d’Assise abbia riconosciuto, come abbiamo sostenuto fin dall’udienza preliminare, che con l’omicidio di Andy Rocchelli, ucciso da colpi di mortaio mentre svolgeva il suo lavoro, è stata colpita la stessa libertà di informazione, tutelata dall’art. 21 della Costituzione. I Giudici hanno riconosciuto il ruolo fondamentale svolto dal sindacato (la Fnsi era parte civile ndc) nella tutela della libertà di stampa e l’impegno concreto per l’affermazione del libero esercizio della professione giornalistica, con ogni mezzo, in ogni luogo e contesto. Per noi era importante trasmettere il messaggio che chi svolge questo lavoro in zone pericolose per documentare e raccontare quello che accade – come stavano facendo Andy Rocchelli e il suo collega e amico Andrej Mironov – debba essere comunque tutelato secondo i principi degli ordinamenti giuridici internazionali e che il Sindacato è in prima linea in questa battaglia. Non deve passare l’idea che il rischio contempli una perdita dei diritti.

Il risarcimento alla Fnsi e ad Alg secondo voi può aiutare la battaglia per la libertà di espressione? La vittima dell’omicidio non era iscritto all’Albo dei giornalisti e neppure al sindacato, era “solo” un cittadino che raccontava storie complesse. Pensate che si sia aperto un varco anche nella giurisprudenza in questo senso?

Il riconoscimento di un risarcimento alla FNSI e ALG – simbolico come era stato chiesto in dibattimento – è un’ulteriore conferma della centralità del ruolo del sindacato nella tutela del pluralismo dell’informazione e nella valorizzazione della professione. È stato riconosciuto che il sindacato agisce in rappresentanza e a tutela della libertà di espressione di tutti gli appartenenti alla categoria dei giornalisti, intendendo per tali coloro che esercitano il diritto-dovere di informazione, indipendentemente dal “tesserino”. Andy Rocchelli non era iscritto né all’ordine né al sindacato, ma era un fotoreporter che documentava e raccontava, con le immagini e le parole, quello che accadeva; era un “operatore dell’informazione” e questo fa di lui un giornalista a prescindere dall’iscrizione all’albo.


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