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Verona, Giulietti alla presentazione del libro di Paolo Berizzi: «Sempre al fianco dei cronisti minacciati»

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Il presidente della Fnsi ha portato, anche a nome del segretario Lorusso, il saluto del sindacato al giornalista di Repubblica costretto a vivere sotto scorta per via delle sue inchieste sui gruppi neofascisti e neonazisti. Con lui rappresentanti del Sindacato del Veneto e del Sindacato del Trentino Alto Adige.
Un momento della presentazione di NazItalia a Verona (Foto: @PBerizzi)

Non sono bastate le sedie, nella sala comunale Lucchi, a Verona, per accogliere le centinaia di persone che, ieri sera, 26 giugno, hanno partecipato all’incontro con Paolo Berizzi per la presentazione del suo libro ‘NazItalia’, documentata inchiesta sulle formazioni neofasciste nel Paese. In platea anche una delegazione di Federazione nazionale della Stampa italiana e Articolo 21, guidata dal presidente Giuseppe Giulietti, che ha portato il saluto del sindacato, anche a nome del segretario generale Raffaele Lorusso. Ad affiancare Giulietti, Nicola Chiarini e Roberto Rinaldi, in rappresentanza rispettivamente dei sindacati dei giornalisti di Veneto e Trentino Alto Adige.

Un modo per testimoniare vicinanza a Berizzi e sostegno all’iniziativa (alla quale sono intervenuti anche l’ex procuratore Guido Papalia e Carlo Verdelli, direttore responsabile di Repubblica, il quotidiano per cui Berizzi lavora) osteggiata dall’estrema destra cittadina e, in particolare, dal consigliere comunale veronese di maggioranza Andrea Bacciga (già al centro delle cronache per un contestato saluto romano in aula e pure presente ieri sera) che aveva lanciato una petizione per chiederne lo spostamento, ritenendo la presentazione del libro ‘provocatoria’ per la vicinanza della sala comunale allo stadio calcistico Bentegodi, dove gioca l’Hellas Verona, il cui tifo è infiltrato da elementi organizzati neofascisti.

«Siamo qui a testimoniare, in totale intesa con il nostro segretario generale Lorusso, la vicinanza a Berizzi, come a tutti i cronisti minacciati», ha spiegato il presidente Giulietti. «Paolo Berizzi vive sotto scorta per il proprio, serio lavoro d’inchiesta, che lo ha portato a essere oggetto delle minacce di chi si richiama al nazifascismo. Nazismo e fascismo non sono legittime opinioni politiche, ma crimini. Non può esservi pari diritto di tribuna per fascismo e antifascismo, mafia e antimafia, legittimità e illegalità. La Costituzione parla chiaro e noi siamo dalla parte della Costituzione», ha aggiunto.

Il sindacato dei giornalisti procede con convinzione sulla linea della scorta mediatica. «Doveroso farlo – ha ribadito Giulietti –. Chi pensa di mettere a tacere con minacce fisiche o querele bavaglio il diritto/dovere di cronaca, deve sapere che non troverà spazi. Il lavoro dei giornalisti minacciati è e verrà sempre illuminato e ripreso da colleghe e colleghi».

Da fnsi


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