Quasi 40 anni e nessuna verità giudiziale ancora accertata ufficialmente. Quella di Ustica non è stata solo un “Strage di stato”, come ci furono in precedenza ed anche in seguito! Era e resta una vergogna di Stato!
In quelle settimane fummo coinvolti alcuni di noi giovani cronisti , che seguivamo le stragi e le trame terroristiche, a cercare cosa era successo veramente. A rompere il “muro di gomma” delle versioni ufficiali. Nonostante reticenze, timori e depistaggi, scoprimmo da subito che nei cieli sulla rotta Ambra 13, il DC9 dell’Itavia si era trovato nel bel mezzo di un’azione di guerra “non dichiarata” da parte di caccia italiani, americani e francesi che cercavano di intercettare due Mig libici, che facevano da scorta ad un Ilyushin russo che trasportava il ” nemico pubblico numero 1″, il dittatore libico Gheddafi. I missili lanciati invece di colpire i caccia libici e l’aereo con Gheddafi, si “accodarono” alle scie di calore dell’aereo italiano, lo distrussero e lo affondarono vicino ad Ustica con 81 persone innocenti…che chiedono ancora giustizia. Gheddafi la fece franca , come era avvenuto altre volte, con la complicità dell’aviazione italiana, abituata e tollerante agli sconfinamenti libici. Da testimonianze raccolte allora, si scoprì che di frequente un aereo da trasporto di fabbricazione russa, scortato da Mig 23, per non essere intercettato dall’aviazione americana della VI Flotta, s’intrometteva sulla rotta commerciale italiana. A bordo, secondo i servizi segreti italiani c’erano personalità di primo piano del regime: spesso lo stesso Gheddafi. Il duplice ruolo del nostro paese di baluardo Nato, ma anche di mediatore sotterraneo con i paesi arabi, faceva sì che si avesse “un occhio di riguardo” verso i libici, i palestinesi , gli egiziani, gli iracheni, gli iraniani e i sauditi. Per coprire il clamore della tragedia di Ustica (per anni si addussero come causa prima “il cedimento strutturale” dell’aereo Itavia e poi di un ordigno a bordo), e spostare l’attenzione dell’opinione pubblica, i settori deviati dei servizi segreti con la complicità materiale dell’estrema destra il 2 agosto successivo fecero esplodere una bomba nella stazione centrale di Bologna. Altri 85 morti e 200 tra feriti e mutilati.
Questa era l’Italia del centrosinistra di allora, con democristiani, socialisti, socialdemocratici e repubblicani al potere. Poco dopo fu scoperchiato ufficialmente il groviglio di contropoteri della Loggia P2.
Ma 39 anni dopo, nessuna verità e nessun governo sembra interessato a fare giustizia, a fare uscire i dossier segreti italiani, NATO, francesi e americani. Se questo si può chiamare ancora uno Stato democratico avanzato…