Un gruppo di 131 rifugiati è stato evacuato nella notte del 19 giugno dalla Libia al Niger nell’ambito del Meccanismo per il Transito di Emergenza (Emergency Transit Mechanism – ETM) gestito dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Le persone evacuate provenivano da Eritrea, Somalia e Sudan, e fra di loro vi erano 65 minori. Alcuni membri del gruppo avevano trascorso più di un anno nei centri di detenzione in Libia.
“È davvero impossibile non riconoscere quanto siano importanti queste evacuazioni salva-vita”, ha affermato Jean-Paul Cavalieri, Capo Missione dell’UNHCR in Libia. “Nel giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, per la prima volta dopo tanto tempo questi rifugiati potranno andare a dormire sapendo che essi e le loro famiglie sono fuori pericolo. Tuttavia, è necessario fare di più. È necessario che gli Stati si rendano disponibili ad aiutarci a evacuare altri rifugiati vulnerabili fuori dalla Libia.”
Prima dell’evacuazione il gruppo è stato ospitato presso il Centro di raccolta e partenza (Gathering and Departure Facility – GDF) di Tripoli, dopo che l’UNHCR ne aveva assicurato il rilascio da diversi centri di detenzione del Paese. L’UNHCR esprime gratitudine per il sostegno ricevuto dal Ministero degli Interni libico e dal proprio partner LibAid per assicurare il rilascio e il trasferimento dei detenuti al di fuori dei centri. Presso il GDF, l’UNHCR ha fornito loro cibo, riparo, assistenza medica e sostegno psicosociale nonché indumenti e kit igienici. Le persone evacuate riceveranno ora assistenza umanitaria nell’ambito dell’ETM, mentre si cercheranno nuove opzioni quali il reinsediamento.
Con questa evacuazione, nel 2019 l’UNHCR ha aiutato 1.297 rifugiati vulnerabili a uscire dalla Libia, dei quali 711 trasferiti in Niger, 295 in Italia, e 291 reinsediati in Europa e in Canada. Tuttavia, poiché sempre più persone sono condotte nei centri di detenzione dopo essere state soccorse o intercettate nel Mediterraneo centrale, è necessario trovare con urgenza altri posti disponibili.
Considerato che il conflitto in corso a Tripoli non accenna a placarsi, oltre 3.800 rifugiati e migranti trattenuti nei centri di detenzione rimangono a rischio di essere coinvolti negli scontri.L’UNHCR ribadisce il proprio appello alle autorità libiche affinché tutti i rifugiati e i richiedenti asilo siano rilasciati e i centri di detenzione chiusi.