Qualche settimane fa, quando organizzammo una fiaccolata per padre padre Paolo Dall’Oglio, qui a Roma, manifestò il suo interesse per le nostre iniziative una persona di Fratelli d’Italia, che poi mi invitò a una loro iniziativa per i cristiani perseguitati. Mi avrebbe fatto molto piacere parteciparvi, i cristiani perseguitati, come Paolo ad esempio, mi hanno sempre interessato molto, a differenza di quelli che possono sbagliare e ritrovarsi nei pressi dei persecutori, come è accaduto a certuni con la giunta del generale Videla, ad esempio. Questa difesa dei veri perseguitati è infatti importantissima oggi, soprattutto oggi, e soprattutto se va al di là della propria appartenenza. Ricordo ad esempio qualche anno fa, quando pubblicammo con la casa editrice San Paolo, un libro su Paolo, “Paolo Dall’Oglio, la profezia messa a tacere”, la rapidissima ed entusiasta adesione di Asmae Dachan, che scrisse un capitolo, “il fratello maggiore che cercavo”, nel quale si può leggere: “Abuna (come i siriani chiamano Paolo) è diventato un riferimento, un simbolo, non solo per i siriani in Siria, ma anche per quelli all’estero, in particolare in Italia, sua terra d’origine. Con il suo impegno ha fatto luce sul dramma della repressione in Siria, lanciando moniti anche sul pericolo di una deriva settaria se la comunità internazionale non fosse intervenuta tempestivamente per fermare le violenze.” Aveva ragione Paolo a denunciarlo, aveva ragione Asmae a ricordarlo. Avevano torto invece quelli che non hanno visto o non hanno voluto vedere il Giano bifronte siriano, da una parte il volto di Assad e dall’altra, inseparabile, quello di al-Baghdadi.
Spero in tutta sincerità che il filo del dialogo interrotto con gli amici di Fratelli d’Italia si possa riprendere perché la visione di Paolo, visione profondamente evangelica, echeggia chiarissima nel libro di Asmae, “il silenzio del mare”. Quel silenzio che uccide la fratellanza nostra con loro, i nostri fratelli, scacciati dalle loro terre come fece, e oggi fa nuovamente, il Faraone. Capire il valore biblico di questa ricorrenza è importante per tutti. Il Faraone non è morto, non è una figura astratta, il Faraone vive in tutti quei despoti, e quei terroristi che sono terroristi come lui ma non guidano Stati riconosciuti, per fortuna, che offendono in modo sacrilego l’uomo. E’ quello che ha fatto Assad col popolo siriano, è quello che ha fatto al-Baghdadi con le popolazioni che ha schiavizzato, è quello che ha raccontato Asmae, in italiano di italiana, e che noi non abbiamo saputo vedere. Lo ha visto per fortuna, e molto bene, Mattarella, insignendola del titolo di Cavaliere della Repubblica. Un riconoscimento che arriva nelle ore in cui 800mila documenti autografi e trafugati dall’inferno siriano sembrerebbero attestare ulteriormente la responsabilità del regime siriano in crimini contro l’umanità e che richiedono di allontanare l’ombra oscura del paventato riconoscimento formale di questo morente regime.
Dico che spero che il filo interrotto del dialogo con la signora Meloni riprenda perché ho avuto l’impressione che alcune letture possano averla fuorviata. L’attacco ad Asmae, che il capo dello Stato ha con grande visione nominato cavaliere della Repubblica, è un attacco che credo fuorviato da queste fuorvianti fonti, mentre lei esprime quell’islam illuminato che magari non si vuole vedere, ma c’è. Lo esprime in quello che fa, in quello che scrive, nel velo chiaro e colorato che indossa con leggiadria affettuosa. Come faceva mia nonna, che ricordo nel nostro paesino con il suo velo leggero. Il velo di mia nonna appartiene alla mia storia, dovrei cancellarlo? Non credo. Ma non voglio eliminare dalla mia storia neanche le foto di Caesar, portate in Italia con Amnesty International, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Articolo21 e la cattolica Focsiv. Un sito proprio in queste ore in sintonia con l’attacco ad Asmae quelle foto false, per quanto siano state portate al rischio della vita fuori dalla Siria da un agente della sicurezza siriana incaricato di fotografare la morte. Ma ogni indagine seria ha dimostrato che sono vere. Nessuno dal Qatar ha contattato i promotori dell’esposizione romana per esporle, e se ci avesse pagato, come ipotizzato, non avremmo dovuto tassarci tra promotori e amici per esporle. Tra quelle foto è stato trovato un giovane, barbaramente ucciso perché dissidente, che i suoi parenti cercavano da anni, protagonista di un cortometraggio sulla non-violenza, sulla democrazia, sulla libertà di pensiero. Quel sito così duro con Asmae dimostra che convergono nel criticare Asmae e Mattarella quelli che credono che gli Stati Uniti sono i mandanti delle presunte falsità di Caesar, insieme al Qatar, oggi non ostile all’Iran. Non saranno ambienti strani anche per Fratelli d’Italia? Attenzione però, sono ambienti attigui a chi ha dichiarato che la Trinità è fatta da “Presidente, popolo ed esercito.” Un cattolicesimo … strano, no?
Ma la cosa più importante per procedere è guardare non le foto di cui parla la Meloni, e che non riguardano Asmae ma altre persone, ma guardare le foto di Caesar per capire chi capovolge la storia: bisogna guardarle una per una, guardare quella scarpa immortalata vicino al volto di un torturato, guardare quei ventri seviziati, guardate quel volto di donna e provate a pensare cosa ha patito prima di spegnarsi. Poi magari cercherete Asmae per ringraziarla di essere italiana, cavaliere della nostra Repubblica, appassionata amica dell’uomo. Se volessero a Fratelli d’Italia sarebbe il caso di parlarne: molto volentieri.