“Nell’ignobile gazzarra che i leghisti e le leghiste di Lampedusa hanno inscenato nel tentativo di coprire gli applausi di ammirazione e di gratitudine con i quali numerosi/e altre cittadine e cittadini hanno accolto la Capitana della Sea Watch, si è nitidamente sentito un grido <zingara!> ed un altro <spero che ti stuprino!>.
Ambedue stanno a testimoniare il livello di ignoranza e di abiezione di chi ha pronunciato quelle frasi. C’e’ da vergognarsi che essi/e abbiano la medesima cittadinanza nostra. Se fosse possibile vorremmo dire o noi o loro. Nell’esprimere il nostro disprezzo per quelle frasi e la nostra più ferma disapprovazione per chi le ha pronunciate rispondiamo a chi usa il termine zingara come il massimo degli insulti che, in solidarietà con la Capitana Carola Rakete e con le minoranze Rom Sinti e Caminanti, tutti noi ci dichiariamo zingari e siamo orgogliosi di dichiararlo.
Nel contempo intendiamo rivolgere alla capitana Carola Rackete la nostra stima e la nostra gratitudine non solo per aver salvato 52 esseri umani ma anche perché, rischiando un processo e pene elevate, non si e’ piegata all’osservanza di norme ed ordini in contrasto con la Carta dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale che in ogni caso prevale sulle norme nazionali. Come ricorda Fulvio Vassallo, giurista dell’università di Palermo ed esperto di Diritti Umani e di Diritto Della Immigrazione, i naufraghi raccolti dalla Sea Watch sono persone che in base all’articolo 33 della Convenzione di Ginevra non posso essere respinte e che in base all’articolo 10 della nostra Costituzione abbiamo l’obbligo di accogliere in Italia.
Noi auspichiamo vivamente che la Capitana Carola Rakete venga totalmente prosciolta da ogni capo di imputazione non per avere agito in stato di necessità ma perché disattendendo norme illegittime ha agito in ottemperanza del Diritto Internazionale e nel rispetto della nostra Costituzione, nonostante che il nostro Governo mostri di ignorarlo”.
CITTADINANZA E MINORANZE associazione di promozione sociale