Quella del governatore della regione Friuli Venezia Giulia di rimuovere in modo permanente lo striscione “Verità per Giulio Regeni” è una decisione sbagliata presa nel momento sbagliato e, per di più, nel luogo sbagliato.
Proprio mentre alti esponenti egiziani rilanciano la falsa tesi dell’omicidio di criminalità comune che potrebbe riguardare chiunque ovunque nel mondo e dall’interno del paese arrivano preoccupanti notizie sulla repressione in atto ai danni di avvocati e difensori dei diritti umani che collaborano alla ricerca della verità, il governatore Fedriga – ridicolizzando tra l’altro le campagne fatte “con striscioni e braccialetti” – dà una mano a coloro che ritengono che la ricerca della verità sia un fatto temporaneo, legato a contingenze politiche e che dopo un po’ vada abbandonata. Era già successo, subito dopo le elezioni amministrative, a Castagneto Po (Torino), Montichiari (Brescia) e Cassina de’Pecchi (Milano).
Ma ora tutto questo accade a Trieste, uno dei luoghi in cui lo striscione per Giulio Regeni aveva maggiore significato.
Amnesty International Italia ha scritto al governatore della regione Friuli Venezia Giulia invitandolo a ritornare sulla sua decisione e ha rivolto un appello alle altre regioni e agli oltre 250 comuni che hanno aderito alla campagna “Verità per Giulio Regeni” perché continuino a esporre lo striscione.
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