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Processo a tre militanti di estrema destra per apologia di fascismo. Fecero il saluto romano il giorno della Liberazione

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Nella discrezione generale ma con notevole precisione della Procura ha preso il via da pochi giorni il primo processo per apologia di fascismo davanti al Tribunale di Latina. Gli imputati sono tre componenti dell’associazione “Militia”, che durante la commemorazione del Battaglione Barbarigo davanti al cippo di Campoverde, nel comune di Aprilia, avevano fatto il saluto romano. La prima udienza a carico di Stefano Schiavulli, Angelo Spaziano e Maurizio Boccacci è stata rinviata, dopo le prime formalità, a maggio 2020.
Nel terzetto uno è particolarmente famoso: Boccacci è l’uomo che manifestò pubblicamente solidarietà a Roberto Spada dopo l’aggressione agli inviati di Nemo a Ostia. In un post scrisse: “Io so con Roberto”. Ma era assai noto anche prima di quel giorno: militante del Fuan, compagno di scuola di Valerio Fioravanti, impiegato di banca e sindacalista della Cisnal, già aderente ad Avanguardia Nazionale (una formazione che ha contato moltissimi militanti tra Latina e Aprilia, poi confluiti in Alleanza Nazionale), che, come si sa, fu fondata da Stefano Delle Chiaie. Dopo quella esperienza Boccacci ha messo in piedi il Movimento Politico Occidentale, che tra gli anni Ottanta e i Novanta diventò la bandiera dei naziskin romani fino al decreto di scioglimento arrivato nel 1995.
I fatti contestati in questo processo (il cui resoconto è riportato da Latina Oggi) risalgono al 25 Aprile del 2015, giorno della commemorazione nazionale della Liberazione, una festa dedicata alla lotta dei partigiani quindi dall’elevato valore simbolico. E proprio durante la manifestazione per il 25 Aprile organizzata ad Aprilia, i tre (insieme ad altre persone che la polizia non è riuscita ad inviduare) avevano organizzato una contromanifestazione per ricordare i caduti del battaglione appartenente alla X Mas della Repubblica Sociale Italiana.
Si tratta di un “raduno” ricorrente nella frazione di Campoverde, borgata della periferia profonda del nord della provincia di Latina, dove la destra ha un suo zoccolo duro e spesso se la prende con gli immigrati che sono lì per lavorare nei campi. Ma nel caso specifico fu una questione squisitamente politica, uno scontro destinato a “colpire” l’Anpi. Quel giorno la tensione toccò livelli altissimi, da un lato c’erano centinaia di aderenti alle più disparate forze dell’estrema destra, da Casapound a Forza Nuova e Militia provenienti da ogni parte d’Italia; dall’altra c’era il corteo antifascista promosso della sezione locale dell’Anpi intitolata a “Vittorio Arrigoni”. Tra i due gruppi solo un tratto di strada e un imponente “muro” di carabinieri e polizia per evitare il contatto fisico. Ma lo scontro verbale fu inevitabile, volarono insulti e parole grosse. I tre imputati del processo in corso in segno di sfida fecero il saluto romano con immagini riprese da diversi telefonini e ritratte in foto della Digos di Latina, che oggi costituiscono parte delle prove a loro carico in possesso della Procura.
Boccacci, Schiavulli e Spaziano rispondono della violazione della legge Scelba. Il sostituto procuratore Simona Gentile nel capo di imputazione scrive dei tre che “in concorso tra loro, ed insieme ad altre persone non identificate, hanno compiuto manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, alzando il braccio destro a scandendo diverse frasi”.


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