Perché ci si accanisce sulla Sea Watch e la sua capitana, Carola Rackete, quando decine di migranti arrivano indisturbati con altri mezzi? Perché sta creando un “corridoio umanitario informale”, ovvero un modo per evitare a chi attraversa il mare la barriera della sofferenza e della morte. Questo l’Europa, Italia inclusa, non lo vuole. Perché l’unico muro che può costruire sulle acque è il forte rischio di annegarvi. Allora è tutto un bloccare navi delle Ong, complicare i salvataggi, drammatizzare lo sbarco con attese di giorni e rimpallarsi responsabilità umanitaria tra stati europei, nell’indifferenza sconcia di quelli di cui le navi del volontariato battono bandiera.