Macedonia del Nord, Skopje tiene il suo primo Pride

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Domani Skopje tiene il suo primo Pride, col sostegno di rilevanti rappresentanti delle istituzioni. Un importante passo in avanti per i diritti della comunità LGTBI della Macedonia del Nord, in un contesto storicamente difficile

Con la prevista considerevole protezione della polizia, circa 500 attivisti e sostenitori LGBTI daranno vita alla prima Pride Parade di Skopje sabato 29 giugno. Il comitato organizzatore, la “Rete nazionale contro l’omofobia e la transfobia”, ha annunciato che l’inizio dell’evento è programmato per le ore 11 presso il parco Woman Warrior nel centro della capitale.

“La sfilata dell’orgoglio sarà una forma di protesta per l’affermazione, il sostegno e la protezione dei diritti umani delle persone LGBTI nella Macedonia del Nord”, ha detto durante la conferenza stampa a Skopje Antonio Mihajlov, un attivista LGBTI.

Oltre agli attivisti LGBTI dei paesi vicini, sono attesi al Pride anche politici macedoni di alto profilo. Tra loro ci sarà il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Mila Carovska, che dovrebbe rivolgersi gli attivisti alla fine della sfilata. Inoltre, il presidente eletto Stevo Pendarovski e il sindaco di Skopje Petre Shilegov hanno annunciato la propria presenza, dando così all’evento il necessario supporto politico.

La registrazione dei partecipanti e l’inizio della marcia avranno luogo al parco Woman Warrior nel centro della città. La sfilata dovrebbe iniziare a mezzogiorno e terminare verso le 13 nel principale parco cittadino, ma l’evento continuerà per molte altre ore con numerosi concerti. La rappresentante del paese all’Eurovision di quest’anno, Tamara Todevska, canterà la sua canzone “Proud”. Il Pride dovrebbe terminare dopo le 16:00.

La Macedonia del Nord, insieme alla Bosnia Erzegovina, era l’unico paese balcanico a non aver mai organizzato un Pride. Questo cambierà a partire da domani. Da alcune dichiarazioni, pare che Sarajevo seguirà l’esempio di Skopje e terrà la sua prima sfilata arcobaleno entro la fine del 2019. Tuttavia, a prescindere dai segnali positivi, la situazione generale nella regione non è così positiva. La Macedonia del Nord ha depenalizzato l’omosessualità nel 1996, ma da allora non sono stati fatti progressi importanti nei diritti delle persone LGBTI.

Diritti LGBTI

L’organizzazione del Pride è un passo nella giusta direzione, ma anche oggi le persone LGBTI rimangono la comunità più emarginata dello stato, oggetto di quotidiane aggressioni fisiche, incitamento all’odio e discriminazione.

“La violenza e l’inefficiente protezione dalla violenza, dalla discriminazione, dall’impunità per l’incitamento all’odio, dall’elevato rischio di diventare senzatetto, dall’accesso limitato alle posizioni lavorative e così via sono tra i principali problemi che le persone LGBTI devono affrontare quotidianamente”, ha detto a OBCT un rappresentante del Centro di supporto LGBTI di Skopje.

La cupa situazione è stata descritta in dettaglio da numerose organizzazioni internazionali. Nell’estate 2015, il National Democratic Institute (NDI) ha condotto una ricerca sulle principali questioni LGBTI nei Balcani. Il sondaggio ha mostrato che “la maggioranza degli intervistati in Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia (del Nord), Montenegro e Serbia ha bassi livelli di conoscenza sulle comunità lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, e di conseguenza un livello alto di resistenza a conferire uguali diritti e opportunità indipendentemente da orientamento sessuale e identità di genere”. Sul versante positivo, i residenti giovani, istruiti e urbani mostrano un supporto visibile per i diritti LGBTI.

La Universal Periodic Review delle Nazioni Unite, che comporta un’analisi dello stato dei diritti umani in tutti gli stati membri sotto gli auspici del Consiglio dei diritti umani, durante la valutazione della Macedonia del Nord che si è svolta il 24 gennaio 2019, si è concentrata principalmente sui diritti delle persone rom e LGBTI come i gruppi più vulnerabili del paese.

Secondo l’Annual Review di ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), l’anno scorso la Macedonia del Nord era al 41° posto su 49 paesi europei. Quest’anno è al 34°, tra Cipro (33°) e Italia (35°).

Tuttavia, secondo gli attivisti LGBTI, la situazione sul campo è rimasta più o meno la stessa. A riprova di questa conclusione, vengono riportati i costanti attacchi al Centro LGBTI a Skopje e l’impunità per tali incidenti. Inoltre, discorsi di odio e discriminazione sono onnipresenti in una parte significativa della società macedone. Indipendentemente dal background politico, etnico o religioso, parte della società è unita nella discriminazione contro la comunità LGBTI.

Uranija Pirovska, presidente del Comitato Helsinki per i diritti umani della Macedonia del Nord, ha dichiarato ai media che uno dei passi nella giusta direzione sarebbe identificare e perseguire tutti gli autori degli attacchi al Centro LGBTI.

“Questo sarà un definitivo segnale dell’esistenza della volontà politica di affrontare tali questioni e cambiare il clima per la comunità LGBTI”, ha detto Pirovska.

Attacchi al Centro LGBTI

Incidenti e attacchi sono iniziati subito dopo l’apertura del Centro nell’ottobre 2012, nel vecchio bazar di Skopje. Poche ore dopo il termine dell’evento, verso le 3.30 del mattino, diverse persone hanno lanciato pietre contro il Centro. Due mesi dopo, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, teppisti sconosciuti hanno disegnato una svastica sulle barre protettive di metallo del Centro e scritto “Tremiti”, facendo riferimento alle Isole Tremiti dove Benito Mussolini imprigionò centinaia di omosessuali. La notte successiva il Centro è stato nuovamente attaccato nel tentativo di incendiarlo.

“Gli attacchi al Centro sono stati la concretizzazione di precedenti dichiarazioni omofobiche e transfobiche, minacce e pressioni portate avanti con lo scopo di fermare l’apertura di tale istituzione”, hanno spiegato a OBCT i rappresentanti del Centro.

Gli incidenti sono continuati negli anni seguenti. Nel marzo 2013, il Centro è stato attaccato da una folla di vandali che hanno causato danni significativi alla proprietà. L’incidente è stato registrato sulla telecamera di sicurezza. Tre mesi dopo, il 22 giugno 2013, il Centro LGBTI è stato nuovamente attaccato, questa volta durante l’evento della Pride Week, mettendo in pericolo la sicurezza di 40 ospiti.

L’anno successivo, nell’ottobre 2014, circa 20 teppisti incappucciati hanno vandalizzato il caffè Damar nell’Antico Bazar, dove la comunità LGBTI festeggiava il secondo anniversario del Centro. Durante gli incidenti, come riportato dai media, una donna è stata ferita alla testa da una bottiglia lanciata dai teppisti. Fino ad oggi nessuno di questi tentativi di danneggiare o incendiare il Centro è stato chiarito, mentre i responsabili rimangono non identificati.

Sulla strada giusta

L’organizzazione del Pride di quest’anno, insieme al sostegno dei più alti funzionari statali, è sicuramente un grande passo avanti considerando la mancanza di azioni positive mostrata dal precedente governo conservatore, guidato dal VMRO-DPMNE di Nikola Gruevski. Dopo l’adozione di quest’anno della nuova legge sulla prevenzione e la protezione contro la discriminazione, che per la prima volta vieta la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, il paese si sta muovendo verso una società più inclusiva e tollerante.

Il nuovo ministro dell’Istruzione si è impegnato a rivedere alcuni libri di testo e cancellare o riscrivere le affermazioni discriminatorie che vi sono contenute, ad esempio “l’omosessualità è una stasi dello sviluppo psico-sociale ad un livello inferiore” e “le relazioni omosessuali sono parassitarie rispetto a quelle eterosessuali”.

ILGA-Europe ha sottolineato che la Macedonia del Nord dovrebbe adottare leggi contro l’incitamento all’odio con menzione esplicita di tutte le motivazioni (orientamento sessuale, identità di genere, caratteristiche sessuali), mentre i social media sono invasi dall’incitamento all’odio dopo l’annuncio della parata imminente.

A giudicare dalle esperienze precedenti e dalle attuali reazioni dei cittadini, servono ancora molti passi per arrivare ad una società inclusiva. Il Pride è un passo in quella direzione, ma ciò non porterà i cambiamenti attesi finché ci sarà impunità per l’incitamento all’odio e gli assalti motivati dall’odio. Il segno del successo sarebbe avere la Skopje Pride Parade senza necessità di protezione della polizia.


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