Cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, duecento anni dalla composizione dell’Infinito di Leopardi e l’immortalità che si respira ogni volta che ci si accosta al loro genio.
Due grandi italiani, due straordinari europei, due protagonisti di ieri, di oggi e di sempre, destinati ad essere ammirati anche fra mille anni, a non perdersi nel tempo, a non subire mai l’oblio che, purtroppo, è toccato in sorte ad altri giganti la cui unica “colpa” è stata quella di aver realizzato opere di respiro meno universale.
Leonardo e Leopardi, invece, incantano chiunque, in particolare i giovani, a dimostrazione che non siamo per nulla al cospetto di una generazione apatica o disinteressata alla cultura bensì semplicemente al cospetto di ragazzi bisognosi di stimoli forti e messaggi in grado di andare al di là dell’effimera banalità di un hashtag o di un tweet.
Se il toscano è stato poliedrico, intrecciando anche fior di rapporti politici e relazioni che lo resero già a suo tempo un protagonista di legami internazionali di notevole importanza, il poeta di Recanati ha scritto soprattutto per i giovani, denotando sì il noto pessimismo ma, al contempo, anche una vitalità e una lucidità d’analisi encomiabili.
Hanno avuto una sorte diversa, vite di differente lunghezza, caratteri incomparabili ed esperienze complessivamente dissimili per quanto concerne gli incontri, figlie anche di epoche troppo distanti fra loro per essere messe a confronto. Eppure, li accomunavano gli stessi sentimenti di amore e odio per l’Italia e i suoi costumi, la stessa passione civile, lo stesso entusiasmo genuino e tragico, lo stesso sentimento di impotenza al cospetto dei nostri eterni vizi, la stessa vitalità e lo stesso desiderio ardente di lottare per rendere migliore la società nel suo insieme.
Due sconfitti, dunque, come quasi sempre accade ai geni, incompresi in patria, non sufficientemente considerati dai contemporanei e riabilitati dai posteri, fino ad assurgere a simboli stessi della grandezza dell’Italia.
Leonardo e Leopardi costituiscono e costituiranno sempre due icone dell’umanità, due esempi di un’italianità matura e di un europeismo consapevole, due punti di riferimento per chiunque creda in un futuro diverso e all’insegna della solidarietà e dei diritti, una rivincita delle persona e del suo genio sulla barbarie, un connubio perfetto, soprattutto nel caso di Leonardo, fra mente e mano, teoria e pratica, cultura e tecnica; insomma, tutto ciò che siamo stati e potremmo tornare ad essere se solo lo volessimo.
P.S. Della stessa statura era anche il grande Franco Zeffirelli: un genio contemporaneo che ha ampliato i nostri orizzonti e arricchito non poco il nostro sguardo sul mondo. A lui il nostro omaggio, la nostra stima e un’infinita gratitudine.
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