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LA SOCIETÀ CIVILE ITALIANA IN PROSPETTIVA STORICA

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Da questa settimana si apre la prospettiva di una lunga lotta difensiva per salvaguardare la democrazia italiana. In questo conflitto salgono alla ribalta vari attori, appartenenti a varie sfere diverse con opinioni assai diverse. C’è chi vuole stabilire un nuovo assetto istituzionale che cambi radicalmente la divisione dei poteri. Fin dai tempi di Craxi e di Berlusconi è stato possibile identificare questa volontà eversiva, forse maggioritaria, che sembrò vincere definitivamente con il trionfo di Berlusconi alle elezioni nazionali nel 2008con ampio margine in entrambe le camere.

Dall’altra parte troviamo diversi soggetti dentro e fuori lo stato – la magistratura in primo luogo (anche se non tutta) – che in qualche modo sono riusciti a combattere, impedire, rallentare, rinviare questo esito. In questa prima fase la società civile ha dato dei contributi notevoli.

E adesso? Che ruolo può giocare la società civile all’interno di questo processo imminente, una delle sfide più importanti, forse la più importante, nella storia della Repubblica?

“Che cos’è la società civile?” ho chiesto al pubblico mentre entrava al cinema questa mattina. Ho ricevuto delle risposte diverse – la società civile (internazionale) sono le ONG che salvano uno scalcinato battello in mezzo al Mediterraneo colmo di immigrati provenienti dall’Africa, è una grande manifestazione a Roma, per celebrare capeggiata da una formidabile Greta Thunberg che accusa i politici radunati al senato di averla ascoltata e applaudita per poi non fare assolutamente nulla, è anche Libertà e Giustizia, una piccola ma altamente qualificata associazione che ha sempre difeso la Costituzione e che ha lavorato nelle scuole per diffondere la conoscenza della Carta Costituzionale (Carlassare). Ho l’onore di essere Presidente di Libertà e Giustizia, che ha organizzato questo 2 giugno speciale e vi prego di sostenerci diventando soci. Per sopravvivere siamo totalmente dipendenti dai contributi dei soci e da occasioni come questa.

‘La cosiddetta società civile’ 

Prima di tutto, sebbene nella scienza politica moderna ci siano pochi termini più utilizzati e discussi rispetto a ‘società civile’, devo chiarire che cosa intendo io con questo termine; soprattutto perché gli oppositori della società civile contemporanea sono restii ad accettuare la sua validità concettuale e preferiscono, con toni di sufficienza, fare riferimento alla ‘cosiddetta’ società civile.

Ci sono varie trappole da evitare, tra cui la più ovvia sta nel fatto che si può fare del termine un uso così ampio da renderlo insignificante, o così limitato da includervi solo il politicamente corretto.Faccioqui riferimento a una definizione costruita su tre livelli:

Il primo è la visione della società civile come spazio analitico, il secondo come pratica associativa, il terzo come una serie di linee guida normative. Le descriverò a seguire.

Come spazio analitico, la società civile costituisce una vasta area intermedia, separata dalla sfera domestica, da quella economica e dallo stato. La società civile si collega alle famiglie, ai mercati e ai governi ma rimane un’entità distinta. A questo primo livello di analisi, sembra difficile distinguere la società civile da quella che è comunemente chiamata ‘società’. Ma il secondo livello della definizione specifica immediatamente che la ‘società civile’ non è la società genericamente intesa, ma una pratica associativa caratterizzata… Continua su libertaegiustizia


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