Un incontro pubblico per le 17.30 di martedì 4 giugno nella sala Sichirollo dell’Archivio di Stato di Rovigo (via Giacomo Sichirollo, 9) per conoscere il funzionamento dei corridoi umanitari, uno strumento che concretamente assicura protezione e rifugio a chi fugge da guerre, miseria, persecuzioni, evitando che le persone migranti muoiano in mare o finiscano nelle mani della criminalità e dei mercanti di essere umani. L’iniziativa è organizzata dal gruppo polesano della Comunità di Sant’Egidio. Alessandra Coin, responsabile per il Veneto della Comunità di Sant’Egidio ne parlerà con Nicola Chiarini, giornalista del Corriere del Veneto e portavoce regionale di Articolo 21, dopo l’introduzione di Emanuele Grigolato, direttore dell’Archivio di Stato. “Vogliamo entrare con concretezza nel merito della questione accoglienza – spiega Simonetta Carrara, tra i referenti locali della Comunità di Sant’Egidio – l’immigrazione va gestita basandosi con umanità e razionalità sui dati di fatto, non sulle percezioni. I corridoi umanitari sono una soluzione sicura per tutti, assicurando percorsi di ingresso legale a persone in condizioni di vulnerabilità che, successivamente, potranno chiedere il riconoscimento del diritto d’asilo”. Una volta arrivate in Italia le persone sono accolte in strutture e case di associazioni e famiglie che fanno riferimento, in totale autofinanziamento, al gruppo promotore del progetto che, oltre alla Comunità di Sant’Egidio, vede protagoniste Conferenza episcopale italiana (Cei), Caritas, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese. Dall’avvio del percorso nel febbraio 2016 al 30 aprile scorso, i corridoi umanitari hanno consentito l’arrivo in sicurezza di 2.480 persone, la maggior parte delle quali provenienti da Siria ed Etiopia.