Fiducia al governo nel voto, sfiducia in banca

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La crescita economica è diventata quasi una scommessa impossibile per l’Italia. La povertà diffusa pesa. Le crisi economiche internazionali hanno colpito molti paesi, ma solo il nostro fatica a risollevarsi. Diminuisce nel Belpaese il reddito reale e aumentano precarietà del lavoro e debito pubblico. I sovranisti imputano tutti i guai all’euro ma non è esattamente così. Cerchiamo di capire il problema con alcuni articoli di approfondimento.

Paura, paura, paura. Il governo ha la fiducia quando si vota ma la sfiducia dei risparmiatori quando si parla di soldi. Prevale la paura. Paura di tutto: di perdere i risparmi, di restare senza lavoro, di una tassa patrimoniale, della recessione economica, dell’uscita dell’Italia dall’euro. Così le famiglie tengono bloccato il denaro in banca sui conti correnti. È una cifra enorme sottolinea ‘Il Corriere della Sera’: ben 1.371 miliardi di euro sui quali gli italiani non guadagnano nulla. Anzi, perfino ci rimettono perché corrono le spese bancarie e l’inflazione erode il valore reale dei risparmi.

Hanno paura le famiglie, ma anche le imprese. Le aziende, tra titoli immediatamente convertibili e contante, tengono immobilizzati circa 340 miliardi di euro. È il livello più alto degli ultimi venti anni.

Pochi investono, rischiano, spendono per l’incertezza politica, per la paura del domani. Il “governo del cambiamento” causa una schizofrenia: gli italiani come elettori gli hanno dato e gli danno la fiducia, ma gli stessi italiani come imprenditori e risparmiatori non si fidano, così spendono e investono con il contagocce. Oltre agli scettici ci sono poi i pessimisti: da un anno portano capitali e fabbriche all’estero.

Siamo in un vortice pericoloso, la paura può salire ancora. I continui contrasti tra Salvini e Di Maio aumentano l’instabilità politica. Nelle elezioni europee del 26 maggio la Lega ha trionfato raddoppiando i voti al 34% rispetto al 17% delle politiche; il M5S è franato dimezzando i consensi al 17% dal 32%. Di qui altre paure per il protagonismo del vincitore Salvini e per la crisi dello sconfitto Di Maio. In particolare c’è la paura della possibile procedura d’infrazione dell’Unione europea all’Italia per la violazione delle regole sull’euro a causa del debito pubblico eccessivo. Nuovi timori emergono tra i grillini per la tenuta del governo presieduto da Giuseppe Conte. C’è chi, come Di Battista, vede la crisi per mano di Salvini e le eventuali elezioni politiche anticipate già a settembre.

La sfiducia dei risparmiatori è un brutto campanello di allarme. 1.371 miliardi di euro di risparmi sono una somma stratosferica, è circa l’80% del reddito nazionale italiano di un anno. Se ci fosse fiducia i 1.371 miliardi potrebbero creare sviluppo e lavoro con investimenti nelle infrastrutture, nella difesa del territorio dissestato, nella ricerca tecnologica, nell’economia ecosostenibile, nella valorizzazione dei beni culturali, nell’istruzione, nella sanità.

Già, ma per percorrere questa strada servirebbe una strategia di sviluppo del governo Conte-Di Maio-Salvini. Per ora si vede ben poco. Leghisti e cinquestelle, tra scontri interni e con Bruxelles, sono inchiodati solo su mezze riforme su un percorso scivoloso. Francesco Bacone aveva chiara l’importanza della circolazione dei soldi come motore della crescita economica: «Il denaro è come il letame: non serve se non è sparso».


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