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Falcone e Borsellino. La Rai non ospiti chi li insulta

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Vedere insultare in un programma Rai Falcone e Borsellino o sentire inneggiare ai clan che vorrebbero realizzare attentati mi lascia esterrefatto.  Un sedicente cantante neomelodico, tale Zappalà, su Rai2 ha detto che “a Falcone e Borsellino, queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro” mi fa ribrezzo.

Mi fa ribrezzo capire come si sia ridotta la nostra amata Italia, mi fa ribrezzo perché non penso che i giovani davanti alla tv abbiano avuto un esempio da “servizio pubblico”. Il problema è che “personaggetti” del genere non meritano di andare in Rai. Ed è grave che vengano invitati.

Così come l’altro suo “collega”, tale Niko Pandetta, che, sempre su Rai2, ci ha spiegato che lo zio ergastolano (boss al carcere duro per mafia), Turi Cappello, scriva le sue canzoni dal carcere. Proprio quel Cappello che ha dato il cognome al clan Cappello di Catania che, secondo i Magistrati, doveva realizzare un attentato con un’autobomba nei miei confronti e nei confronti degli Uomini della mia scorta.

Ma è possibile tutto ciò? C’è chi è morto per la Giustizia, c’è chi dovrebbe saltare in aria secondo i piani dei clan. E la Rai cosa fa? Fa parlare chi inneggia ai boss?

Spero in una presa di posizione durissima dei vertici Rai. Io pago con orgoglio il canone Rai, lo pago perché credo nel servizio pubblico. Ma questo non è servizio pubblico. Almeno abbiate la decenza di non farci vedere chi considera Falcone e Borsellino due che si sono meritati la morte, o altri che santificano i boss dei clan che vorrebbero ammazzare me ed i ragazzi della mia scorta.


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