Ballottaggi. Un’Italia a macchia di leopardo

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Il centrosinistra in ripresa, riprende Livorno, conquista Rovigo e decine di altri comuni, da nord a sud. Ma è in crisi in Umbria e nel Lazio

Di Pino Salerno

Alle elezioni per i ballottaggi alle ore 23, alla chiusura dei seggi, (dati su 133 dei 134 comuni delle regioni a statuto ordinario) ha votato il 52,11% degli aventi diritto, circa 16 punti in meno rispetto al primo turno del 26 maggio (68,21%). I risultati dei ballottaggi sembrano abbastanza controversi, e delineano un’Italia dei comuni a macchia di leopardo, se si considera anche l’esito del primo turno.

Sette capoluoghi di provincia al centrosinistra, sette al centrodestra e uno ai Cinque Stelle. E’ il bilancio di questo turno di ballottaggi che conferma la tenuta del centrosinistra alle elezioni amministrative. Rovigo, Verbania, Cremona, Reggio Emilia, Livorno, Prato ed Avellino sono i capoluoghi che vanno al centrosinistra, che ne guidava dieci. Biella, Vercelli, Ferrara, Forlì, Ascoli Piceno, Foggia, Potenza vanno al centrodestra che ne amministrava tre. Ai Cinque Stelle va solo Campobasso. Prima ne amministravano 2. Il centrosinistra vince in molti centri che non sono capoluoghi, tra questi: Cesena, Carpi, Cassino, Monterotondo, Rosignano,Collesalvetti, Cecina, Signa (Fi) San Giovanni Valdarno (Ar), Ponsacco, Pontedera, Nola e Casoria, Aversa e Casal di Principe, San Giovanni Rotondo e San Severo, Corigliano-Rossano, Gioia Tauro, solo per citarne alcuni tra i più importanti. Sollecita invece qualche riflessione in più il risultato dei ballottaggi nei comuni del Lazio e  dell’Umbria. Nel Lazio, il centrosinistra vince a Cassino e Monterotondo, ma perde a Civitavecchia, Nettuno e Palestrina, mentre in Umbria, il centrodestra vince a Orvieto, Bastia Umbra, Foligno, Marsciano, quasi un en plein, se si considera che l’unico comune vinto dal centrosinistra è Gubbio. In Umbria probabilmente ha pesato la vicenda dell’inchiesta sulla sanità.

Il centrosinistra riconquista dopo 5 anni il comune di Livorno, governato dal 2014 dal Movimento 5 stelle con l’ex sindaco Filippo Nogarin. Luca Salvetti, candidato del Pd e di alcune liste civiche si attesta sopra al 63% contro il 36,63% di Andrea Romiti del centrodestra. Conferma anche per il sindaco uscente del centrosinistra a Prato, Matteo Biffoni, che è al 56,13% contro il 43,87% del candidato del centrodestra Daniele Spada. Vittoria storica, invece, per il centrodestra a Piombino dove la sinistra per la prima volta esce sconfitta dalle elezioni: sindaco diventa Francesco Ferrari, sostenuto dal centrodestra, che con il 64,27% ha battuto la candidata del Pd e di due liste civiche Anna Tempestini, che si è fermata al 35,73%.

Il Pd difende Reggio Emilia e Cesena, ma perde Ferrara e Forlì. Per Ferrara, dove il luogotenente di Salvini Alan Fabbri è il nuovo sindaco, è purtroppo un risultato storico: le forze di sinistra avevano sempre espresso il sindaco ininterrottamente dal dopoguerra. Sono questi gli ultimi verdetti delle elezioni comunali, il cui primo turno era andato in scena due settimane fa, sancendo la conferma di Gian Carlo Muzzarelli a sindaco di Modena. Fabbri, già sindaco di Bondeno e candidato per la Lega in Regione Emilia-Romagna, aveva un considerevole vantaggio già al primo turno e l’ha spuntata con il 56% dei consensi. A Reggio Emilia, invece, il sindaco Pd Luca Vecchi (che come Fabbri si era fermato a pochi passi dalla vittoria al primo turno) ha centrato una conferma mai in discussione, con un consenso pari 63%. Più combattuti, invece, i ballottaggi in Romagna. L’ex deputato Pd Enzo Lattuca, 31 anni, ha vinto a Cesena con il 55%, mentre a Forlì Gian Luca Zattini, civico sostenuto dalle liste di centrodestra ha confermato il vantaggio del primo turno, diventando sindaco con il 52%. Il centrosinistra difende anche Carpi, dove Alberto Bellelli, nonostante un periodo che ha proceduto le elezioni molto tribolate, ha centrato una larga riconferma. Nel Modenese, il Pd si conferma anche a Maranello con Luigi Zironi e a Castelfranco Emilia con Giovanni Gargano. Rimane al centrosinistra anche il Comune forlivese di Savignano sul Rubicone grazie all’affermazione di Filippo Giovannini. Particolare, infine, il caso di Casalgrande (Reggio Emilia) dove a sfidarsi erano il sindaco uscente Alberto Vaccari e Giuseppe Daviddi, uscito dal Pd in polemica con l’amministrazione che si è candidato con una lista civica sostenuto da una parte dell’ex maggioranza: Daviddi è stato eletto sindaco col 51% e un margine di un centinaio di voti.

Da jobsnews


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