Quella raccontata da Aboubakar Soumahoro in questo libro, “Umanità in Rivolta”, è anche la storia di quelli che non sono riusciti ad arrivare in Italia e di quelli che, una volta arrivati, sono morti ammazzati dal lavoro. Lavoratrici e lavoratori che hanno perso la vita nello svolgere le loro attività o nelle battaglie per difendere compagni che hanno perso il lavoro o per la conquista di diritti.
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–> 25 Dicembre 1996: muoiono 283 persone a Portopalo di Capo Passero.
–> 3 Ottobre 2013: 366 morti a poche miglia da Lampedusa.
–> Nel 2018 in totale sono morte 2000 persone.
–> Nel solo mese di Gennaio 2019 ci sono state 170 vittime di naufragio
Quasi 3000 morti, molti senza nome.
E poi c’è Jerry Essan Masslo, morto il 25 Agosto 1989 nel ghetto di Villa Literno; ucciso durante una rapina nel capannone dove dormiva insieme con altri braccianti.
Ci sono le 34 persone uccise il 16 Agosto 2012 in Sudafrica; la polizia spara contro gli operai della miniera di platino di Marikana che scioperano pacificamente per ottenere un aumento salariale e migliori condizioni di lavoro dalla società londinese LonMin, proprietaria della miniera. 68 persone rimangono ferite.
E poi ancora Paola Clemente, morta sul posto di lavoro il 13 Luglio 2015; era nelle campagne pugliesi di Andria a raccogliere uva. Alla donna “morta di fatica”, vittima del caporalato, il regista Pippo Mezzapesa ha dedicato un cortometraggio intitolato “La giornata”.
E ancora Abd Elsalam Ahmed Eldanf travolto 15 Settembre 2016 da un tir durante il picchetto per il reintegro di alcuni lavoratori licenziati.
E Soumaila Sacko, sindacalista, ammazzato da un colpo di fucile, il 3 Giugno 2018, mentre era con alcuni suoi compagni, nei pressi di una fabbrica abbandonata per cercare materiale di risulta.
E Alberto Piscopo Pollini, investito da un’auto il 1 Dicembre 2018 durante una consegna di cibo da asporto.
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La bussola di Aboubakar Soumahoro per non perdersi in queste storie che sembrano raccontate dall’inferno è Giuseppe Di Vittorio sindacalista, politico e antifascista italiano, fra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano del secondo dopoguerra. Di Vittorio si chiedeva:
“E’ giusto che in Italia, mentre i grandi monopoli continuano a moltiplicare i loro profitti e le loro ricchezze, ai lavoratori non rimangono che le briciole? E’ giusto che il salario dei lavoratori sia al di sotto dei bisogni vitali dei lavoratori stessi e delle loro famiglie, delle loro creature? E’ giusto questo? Di questo dobbiamo parlare, perché – concludeva Di Vittorio – è il compito del sindacato”.
Oggi Aboubakar Soumahoro è un attivista sindacale e sociale impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori e degli esclusi. Soumahoro è un uomo che, avendo vissuto il fenomeno migratorio ed essendo stato dentro il mondo degli sfruttati, ha le carte in regola e la credibilità per poter proporre delle soluzioni che, rinnovando il messaggio di Giuseppe Di Vittorio, fanno leva sui basilari diritti degli esseri… Continua su lsdi