“A mano disarmata”, biografia di Federica Angeli negli anni della sua lotta al clan degli Spada tra il 2013 e il 2018, prende a prestito il titolo dall’omonima associazione, fondata da Paolo Butturini, che ha creato il forum multimediale e internazionale dell’informazione contro le mafie.
Cronista di nera e giudiziaria per “La Repubblica”, nata e cresciuta a Ostia dove vive tuttora con il marito e i tre figli, la sua testimonianza inizia quando, contro lo scetticismo di chi non credeva all’esistenza di una “cupola” lidense, si fa assegnare dal suo capo un’inchiesta su personaggi che, come da intercettazioni, dicevano a chi decideva appalti e gare: “Ce devi da’ er chiosco de quelli che avemo ammazzato noi”. Da quel momento il libro, con il suo accento di verità, incalza il lettore più di un thriller, grazie anche allo stile essenziale e vivo dell’autrice. “A mano disarmata” è il resoconto commovente del calvario di Federica e della sua famiglia, durante i millesettecento giorni sotto scorta, iniziati quando, senza chiudere gli occhi come i vicini di casa, ha deciso di denunciare ciò che aveva visto.
E’ la storia di una guerra non violenta per la legalità e del costo d’una vittoria rischiosa, dei sensi di colpa di moglie e madre, di persona che conosce il prezzo del coraggio: “Quattro lunghissimi anni di braccio di ferro con la mafia mi avevano sfibrato. Sentivo costantemente un peso alla cervicale, da quando mi svegliavo fino a quando mi coricavo la sera. Era come se portassi sessanta chili sulle spalle camminando su un sentiero in salita”. La confessione di chi non ha perso la capacità di provare pietà verso chi è concausa del danno: “Il passo indietro dello stato aveva permesso l’avanzata dei clan, della malavita, del ricatto come stile di vita. Mi facevano tenerezza quelle donne e quegli uomini urlanti che difendevano con tanta passione Roberto Spada contestando l’operato dei carabinieri. Io li avrei abbracciati uno per uno come fossero degli amanti incazzati e traditi, bisognosi di essere rassicurati, capiti, protetti. Soltanto creando un’alternativa al mondo degli Spada si restituiva la libertà di scegliere da che parte stare”.
Il libro trascina dall’inizio alla fine. Rispetto al film omonimo di Claudio Bonivento la biografia di Federica Angeli approfondisce molto più le ragioni e il clima sociale, politico e culturale, nel quale la mafia attecchisce, l’uso di terrore e menzogne per screditare chi la combatte, le connivenze con uomini delle istituzioni. “A mano disarmata” ha come protagonista un intero ambiente: mafiosi, magistrati, forze di polizia, esponenti di partito, uomini della pubblica amministrazione, giornalisti, associazioni contro la mafia, gente comune. E’ la radiografia di una città che si fa simbolo e campione rappresentativo di una patologia storica del nostro paese, e suggerisce l’antidoto per guarirla.
Autrice: Federica Angeli
Titolo: A mano disarmata
Pagine brossura: 373
Casa editrice: Baldini e Castoldi
Anno: 2018
Brossura: 17,00 euro
Ebook: euro 9,99