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Spread a quota 290: i mercati bocciano un governo più rissoso che mai

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La Sinistra con Fratoianni sicura di superare il 4%. Zingaretti presenta il Piano Italia del Pd

Di Pino Salerno

L’Italia torna ad avere paura dello spread, che chiude la giornata a 285 dopo aver toccato anche quota 291: ad influire sull’aumento del differenziale con il marco tedesco è la rinnovata incertezza tanto sui conti quanto sull’instabilità del governo, con i due partner ancora freddi dopo il caso Siri. Il premier Giuseppe Conte, intervenuto a Rete Imprese, aveva ammesso che “sarà molto complicato l’anno prossimo riuscire a neutralizzare l’aumento dell’Iva”, parole che probabilmente avevano contribuito a mettere in subbuglio i mercati, poi però aveva precisato che “sicuramente ci riusciremo”. Il botta e risposta di giornata tra Salvini e Di Maio si era consumato invece sul rapporto deficit-Pil chiesto dall’Europa: secondo il leader leghista infatti “è un dovere superare i vincoli europei, non solo il 3% di rapporto deficit Pil ma anche infrangere il 130-140% di debito”. Parole che non sono piaciute al vicepremier pentastellato, per il quale anzi “l’aumento dello spread dipende anche da certe sparate irresponsabili”. Alla fine è sceso in campo direttamente il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che ha provato a tagliare corto: “Il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee”. Ingiustificato – ha detto Tria – “perché gli obiettivi di finanza pubblica del governo sono quelli proposti dal governo stesso e approvati dal parlamento con il Documento di economia e finanza”. Gli investitori, tuttavia, sono pronti a scommettere che con l’approssimarsi delle elezioni lo spread salirà a quota 300. Consapevole del rischio è il presidente di Confindustria Boccia: “un appello a tutta la politica e ai responsabili del Governo a fare attenzione al linguaggio perché a volte solo a causa del linguaggio aumenta lo spread ed è inaccettabile”. Il timore è che le lancette dell’orologio tornino allo scorso dicembre – lo spread toccato oggi non era così alto da allora – quando lo scontro fra Roma e Bruxelles aveva evitato all’Italia in extremis una procedura Ue di infrazione per il criterio del debito. Grazie a una ‘tregua’ che ora sembra vacillare. Tanto più che in molti ipotizzano che la Lega, anche se non riuscirà a scombussolare gli equilibri politici europei, una volta rafforzata dal voto del 26 maggio alzerà il tiro.

La Sinistra è convinta di “superare in modo netto il 4%” alle elezioni europee

Parola del leader Nicola Fratoianni, che al Forum ANSA sferza il Pd e il M5S – “scappano quando parlo di tassare le grandi ricchezze” – e chiede le scuse di Matteo Salvini sulla nave Open Arms. Nette come il nome della lista le proposte principali della Sinistra: patrimoniale (da cui ricavare 25 miliardi l’anno), porti aperti e accoglienza diffusa dei migranti, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. “Tutte cose delle quali sembra non si possa neppure parlare e invece sono realizzabili”, assicura Fratoianni. “Il sindaco di Milano Sala dice che il Pd non basta e ci vogliono altre forze a sinistra? Eccoci!”, risponde il leader di Sinistra italiana (Si), che si è unita a Rifondazione comunista (Prc) e a movimenti femministi e Lgbti per creare la nuova aggregazione. Con liste formate in gran parte da donne ed esponenti della società civile. E allora il Pd? “I primi atti di Zingaretti sanno di passato, non di futuro”, commenta Fratoianni, “dice no alla riduzione dell’orario di lavoro, dice sì alla Tav, non vuole sentire parlare di ripristinare l’articolo 18”. La sfida è aperta, al momento nessuna collaborazione con i dem è possibile. A dividerli da La Sinistra il giudizio sugli ultimi governi a guida Pd – “c’è stata una sinistra che ha fatto scelte di destra ed ha aumentato la precarietà” secondo Fratoianni – e sulle alleanze in Europa. “Da Tsipras a Macron è uno slogan furbo di Zingaretti – afferma Fratoianni -. Ma Syriza sta con noi, nel gruppo Gue (socialisti, comunisti ed ecologisti)”. “Serve una sinistra che faccia il suo mestiere – dichiara -. Molta gente è delusa dal M5S, andato con Salvini”. Niente sconti non solo al leader della Lega, ma pure ai cinquestelle, “il MoVimento è molto subalterno alla Lega su scelte come la Tav”, che però finora ha avversato come La Sinistra. “Il reddito di cittadinanza? Andava fatto in modo diverso”, per Fratoianni. Insomma, non sono la sinistra.

Col Piano Italia, Nicola Zingaretti chiama a raccolta lo stato maggiore del Partito democratico

I due vicesegretari, Paola De Micheli e Andrea Orlando, il presidente del partito, Paolo Gentiloni, la vicepresidente Anna Ascani e, ancora: Pier Carlo Padoan, Luigi Marattin e Antonio Misiani, gli ‘economisti’ del partito. Tutti convocati nella sala conferenze del Nazareno per presentare il “Piano Italia”, che già nel titolo suona un po’ come un programma elettorale. E a spulciarlo si capisce che il presupposto da cui Zingaretti parte è che il governo Lega-M5s avrà vita breve. Non brevissima, però: reggerà, probabilmente, all’impatto con il risultato delle Europee, scommettono i dem, per collassare con una manovra economica che si preannuncia ‘lacrime e sangue’. E allora il Pd, per non farsi trovare impreparato all’appuntamento, mette nero su bianco il suo programma economico, che è poi un programma politico tutto incentrato su crescita, redistribuzione della ricchezza, creazione di posti di lavoro: “Come primo provvedimento, proponiamo uno stipendio in più per 20 milioni di italiani. Diminuendo le tasse sul lavoro, si può arrivare a guadagnare fino a 1.500 euro al mese, che è lo stipendio medio di molte categorie di lavoratori in Italia”. Il contrario della flat tax, come sottolinea il segretario: “Noi vogliamo abbassare le tasse ai lavoratori, loro vogliono abbassarle solo ai ricchi”. Nel rilanciare l’occupazione, il Partito democratico muove dallo sviluppo sostenibile: per Zingaretti, che ne ha fatto una bandiera anche nella sua campagna congressuale, la green economy può rappresentare, in un Paese povero di risorse energetiche fossili ma ricco di rinnovabili, una vera miniera d’oro: “Un fondo per lo sviluppo sostenibile, un grande piano di investimenti e di incentivi all’economia green”. L’obiettivo è quello di arrivare a 800 mila nuovi posti di lavoro nel giro di cinque anni, una legislatura appunto: “Con questo piano, nei prossimi cinque anni riusciremo a generare 800 mila posti di lavoro”. Il terzo pilastro del Piano Italia è la scuola “a costo zero per sette milioni di famiglie. Il tasso di evasione scolastica è del 14,5%”, sottolinea il leader dem, “un dato drammatico che aumenta di un punto l’anno. Noi dobbiamo azzerare le rette degli asili nido e i costi dei libri di testo per i redditi più bassi”. Queste le proposte del Pd di governo.

Speranza: loro illudono, noi proponiamo soluzioni a problemi 

“Questo governo riempie le cronache dei giornali con accuse reciproche ma elude sempre i problemi reali del paese. Oggi con questa proposta entriamo in aspetti della vita concreta delle persone dando loro risposte fattibili”. Lo ha dichiarato il segretario nazionale di Articolo Uno, Roberto Speranza, durante la conferenza stampa di presentazione della Pdl “Lavorare Sicuri”. “Ieri abbiamo avuto una giornata importante con Timmermans e Zingaretti. Lì si è detto che la questione sociale è il cuore delle politiche di sinistra. Le proposte sull’Italia fatte da Zingaretti questa mattina sono un primo segnale che va nella giusta direzione”, ha aggiunto, rispondendo alle domande dei giornalisti.

Da jobsnews


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