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Radio Radicale, Fnsi: «Bene le iniziative dei parlamentari. Ora un provvedimento»

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«È auspicabile che alla mobilitazione e alle iniziative segua l’adozione di un atto formale volto a ripristinare la convenzione», rilevano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti. Intanto nuovo botta e risposta tra Crimi e i giornalisti dell’emittente: «Quale futuro per chi perderà il lavoro?», chiede il Cdr.
«Vanno salutate con favore la mobilitazione e le iniziative, anche di parlamentari di Lega e Movimento 5 Stelle, per consentire a Radio Radicale di continuare a svolgere il proprio servizio. L’auspicio è che a queste iniziative segua al più presto l’adozione di un atto formale volto a ripristinare la convenzione». Così Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, commentano le ultime prese di posizione sul futuro dell’emittente dopo l’audizione in commissione di Vigilanza Rai in cui il sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi ha ribadito che «non c’è attualmente in atto alcun rinnovo della convenzione (con il Mise) o intenzione di rinnovarla».

«Il tempo a disposizione è ormai esiguo – avvertono i vertici della Fnsi –. In attesa di una riforma strutturale del sistema, è necessaria una moratoria per consentire a Radio Radicale di continuare ad andare in onda e per ripristinare la dotazione del fondo per il pluralismo dell’informazione. In caso contrario, la Radio e anche tante testate che, fino ad oggi, proprio grazie ai contributi pubblici, hanno dato voce a minoranze, territori e comunità saranno costrette a chiudere o a subire gravi ridimensionamenti, anche e soprattutto sul piano occupazionale. È necessario e urgente un provvedimento del Parlamento che impedisca di assestare un colpo mortale al pluralismo dell’informazione».

Numerose le prese di posizione di parlamentari di tutti gli schieramenti dopo le parole di Vito Crimi, al quale ha risposto anche il Comitato di redazione di Radio Radicale. «Abbiamo ascoltato con attenzione l’audizione del sottosegretario all’Editoria in commissione di Vigilanza (come sempre trasmessa in diretta da Radio Radicale). Prendiamo atto che allo stato la volontà del governo resta quella di non rinnovare la convenzione tra il Mise e la nostra emittente», hanno rilevato il giornalisti.

«Per tentare di giustificare questa decisione – ha spiegato il Cdr – il sottosegretario ha descritto una realtà che non corrisponde ai dati oggettivi eludendo le due questioni principali su cui il governo continua a non rispondere: perché porre fine ad un servizio pubblico di interesse generale riconosciuto dall’Agcom e dalla gran parte del mondo politico, accademico, della cultura, dell’informazione e dalla società civile; quale sarà il destino degli oltre cento giornalisti, tecnici, archivisti, amministrativi, dipendenti delle società esterne che perderanno il posto di lavoro».


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