Forse è davvero possibile un’inversione di rotta nella deriva delle azioni legali temerarie e infondate contro i giornalisti. In un recentissimo caso giudiziario che ha riguardato il giornalista Carlo Ceraso della testata “Tuttoggi” è arrivato uno spiraglio di equità e la speranza che anche senza modifiche legislative qualcosa è possibile superare nell’attuale sistema. I fatti: Leodino Galli, consigliere di amministrazione della Banca Popolare di Spoleto è stato rinviato a giudizio dal gup Margherita Amodeo per il reato di calunnia in danno del giornalista Carlo Ceraso contro il quale aveva sporto querela pur sapendolo innocente in quanto i fatti narrati erano veritieri. Questa storia costituisce un importantissimo precedente nella valutazione delle querele temerarie contro i giornalisti. E’ parimenti importante conoscerei fatti sottesi, ossia cosa raccontò (di scomodo, ma vero) il collega Ceraso. L’articolo venne pubblicato due anni fa, epoca in cui c’era stato un ribaltone nei posti di comando della banca e ricostruiva la carriera di Leodino Galli: tra i fatti riportati un episodio del 2012 in cui Galli accompagnò un finanziere serbo che voleva depositare un bond da 100 milioni di euro rivelatosi una patacca. Episodio cristallizzato nelle carte dell’inchiesta che ha travolto la Popolare(istituto che, vale ricordarlo, dal 2015 nelle solide mani del Banco di Desio e Brianza).
Tutto vero. Ciò nonostante Galli presentò querela supponendo di essere stato diffamato. In sede processuale il difensore di Ceraso, l’avvocato Iolanda Caponecchi, ottiene il proscioglimento del giornalista, come chiesto anche dalla Procura, la quale, intanto, apre d’ufficio un fascicolo per il reato di calunnia a carico di Leodino Galli, il quale adesso è stato rinviato a giudizio e il processo inizierà il 17 gennaio 2020. Scrive il gup nell’ordinanza di rinvio a giudizio che l’imputato “con atto di querela incolpava Carlo Ceraso, sapendolo innocente, del delitto di diffamazione a mezzo stampa in suo danno”… quando la circostanza del finanziere serbo “era vera, avendo provveduto il Galli ad accompagnare il cd serbo presso la direzione della banca in occasione del primo contatto tra le parti e in seguito interessandosi all’esito dell’operazione”.
“Sono molto soddisfatta dell’esito del giudizio – ha detto l’avvocato Iolanda Caponecchi – che vede da un lato riconosciuta la correttezza e professionalità del giornalista e dall’altro la temerarietà della querela su cui la Procura aveva già aperto un fascicolo per il delitto di calunnia”.
“Da quando è esploso lo scandalo della vecchia Banca – ha aggiunto Carlo Ceraso – sono e siamo stati letteralmente bersagliati da querele temerarie, ne ricordo almeno una dozzina presentate all’autorità giudiziaria da personaggi riconducibili al passato dell’istituto di credito. Ci siamo sempre difesi nel processo, mai al di fuori di questo, ma è evidente come lo strumento della querela sia stato usato per cercare di intimidirci, di destabilizzarci. A queste si aggiungono poi due richieste di risarcimento danni da parte dell’ex presidente Giovannino Antonini. In un caso mi ha chiesto 60mila euro per alcuni articoli per i quali sono stato già prosciolto. Più clamorosa la richiesta complessiva di 3,2 milioni di euro fatta in solido con la Mondadori – 3 milioni alla editrice del libro, 200mila € a Tuttoggi – per il libro del direttore del Tg4 Mario Giordano ‘Pescecani’ in cui l’unico riferimento a noi sono un paio di articoli riportati in bibliografia e anche questi valutati dalla magistratura come corretti e rispondenti al vero”